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Vino da comprare in Borsa; in un anno +12%, dal 2001 +719%

Studio Mediobanca: 155 big italiani varrebbero oltre 5 miliardi

Redazione ANSA MILANO

MILANO - Investire nel vino quotato in Borsa continua a essere un ottimo affare: la capitalizzazione dei titoli che compongono l'indice di settore delle piazze finanziarie mondiali è aumentata del 12,2% in un anno tra marzo 2017 e marzo 2018, ma dal gennaio 2001 l'indice vinicolo in versione 'total return' (comprensivo dei dividendi) è cresciuto di ben il 719%.

Lo afferma la consueta indagine dell'Area studi di Mediobanca sul settore, secondo la quale le Borse mondiali nello stesso periodo sono aumentate 'solo' del 148%. La migliore performance in termini relativi (ossia al netto delle dinamiche delle Borse nazionali) è stata realizzata dalle società del Nord America (+744%), dell'Australia (+163%) e della Francia (+100%), mentre in altri Paesi le società vinicole hanno reso meno della Borsa nazionale: Cile -40% e Cina -73%.

Le italiane quotate restano due (Italian wine brands e Masi agricola) con il valore dei titoli non troppo distanti dal collocamento, ma secondo la ricerca Mediobanca se le non quotate scegliessero la Borsa vedrebbero il proprio equity valorizzato in media il 70% in più. Il valore totale del 'panel' dei 155 maggiori gruppi italiani sarebbe di 5,3 miliardi. (ANSA).

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