"Ci attendiamo nei programmi politici - sottolinea il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon - un'agenda che metta in cima alle cose da fare l'innovazione tecnologica, lo sviluppo dell'enoturismo e il sostegno a un'agricoltura di qualità come risorse economica, ambientale, occupazionale. E che riconosca anche il ruolo dei Comuni come presidio del territorio, assegnando poteri speciali per rigualificarlo".
Sull'innovazione tecnologica per il marketing dei territori, tra le proposte delle Città del Vino un progetto di comunicazione integrata sul web e una rete di touch screen nei 450 Comuni associati. C'è poi la richiesto di sostegno al Terzo settore anche con l'associazionismo di prodotto tipico delle Città d'Identità (Città del Vino, Città dell'Olio, Città del Tartufo, etc). C'è la necessità di un Osservatorio Nazionale dell'Enoturismo, più volte caldeggiato dalle Città del Vino come strumento di monitoraggio e sviluppo di un comparto del turismo che può raggiungere numeri decisamente più alti di quelli registrati finora (un giro d'affari di 2,5/3 miliardi di euro e 14 milioni di visite enoturistiche, secondo l'ultimo rapporto Città del Vino/Università di Salerno).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA