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Città del vino,Italia enoica scompare in campagna elettorale

Città del vino,Italia enoica scompare in campagna elettorale

Zambon, poteri speciali ai piccoli Comuni per riqualificare

ROMA, 07 febbraio 2018, 18:25

Redazione ANSA

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"Sostenete le ragioni dell'agricoltura italiana di qualità", era l'appello che l'Associazione Nazionale Città del Vino lanciò ai candidati alle elezioni politiche del 2013. Ma oggi come allora l'agricoltura, la vitivinicoltura, l'enoturismo, la gestione sostenibile dei territori e dell'ambiente sono raramente al centro del dibattito e men che meno presenti nella campagna elettorale che porterà al nuovo Parlamento il prossimo 4 marzo. Così i sindaci delle Città del Vino, rete di 450 Comuni italiani a vocazione vitivinicola, mandano un appello ai partiti e ai candidati per rimettere al centro del dibattito i grandi temi cari all'Associazione fin dalla sua nascita nel 1987. E lo fa con un articolato documento spedito alle segreterie dei partiti e pubblicato online sul sito dell'Associazione.

"Ci attendiamo nei programmi politici - sottolinea il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon - un'agenda che metta in cima alle cose da fare l'innovazione tecnologica, lo sviluppo dell'enoturismo e il sostegno a un'agricoltura di qualità come risorse economica, ambientale, occupazionale. E che riconosca anche il ruolo dei Comuni come presidio del territorio, assegnando poteri speciali per rigualificarlo".

Sull'innovazione tecnologica per il marketing dei territori, tra le proposte delle Città del Vino un progetto di comunicazione integrata sul web e una rete di touch screen nei 450 Comuni associati. C'è poi la richiesto di sostegno al Terzo settore anche con l'associazionismo di prodotto tipico delle Città d'Identità (Città del Vino, Città dell'Olio, Città del Tartufo, etc). C'è la necessità di un Osservatorio Nazionale dell'Enoturismo, più volte caldeggiato dalle Città del Vino come strumento di monitoraggio e sviluppo di un comparto del turismo che può raggiungere numeri decisamente più alti di quelli registrati finora (un giro d'affari di 2,5/3 miliardi di euro e 14 milioni di visite enoturistiche, secondo l'ultimo rapporto Città del Vino/Università di Salerno).

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