Da imprenditore ed ex politico a
sommelier per una sera, capace di affascinare i propri ospiti
raccontando la storia dello champagne di cui cura da alcuni mesi
la distribuzione in Italia. Riccardo Illy si è calato nei panni
del cultore delle bollicine d'alta gamma, presentando al Caffè
Vatta di Opicina, sul Carso triestino, l'etichetta francese
Taittinger, di cui l'impresa di famiglia è diventata da giugno
distributrice attraverso la controllata Domori.
"Sono abituato a farlo. Per i vini è così - ha spiegato - le
persone sono abituate ad avere a che fare direttamente con i
titolari delle aziende vitivinicole". Paziente, colto, Illy ha
accompagnato gli ospiti nella degustazione, illustrando di
tavolo in tavolo le origini della pregiata etichetta a un gruppo
di appassionati che aveva prenotato in precedenza prevedendo
(giustamente) una affollata presenza. Riccardo Illy ha
ripercorso la storia della famiglia Taittinger, attiva dagli
anni Trenta, proprio come gli Illy, avendo rilevato nel 1932
l'antica azienda francese fondata nel 1734. Così, mentre i
commensali accompagnavano il vino con gamberi rossi in tempura,
assaggi di caviale e tartara di scampi dalmati, Illy raccontava
che "il primo elemento di affinità con la famiglia Taittinger è
che ha cominciato nello stesso periodo di Illycaffè, il cui
esordio risale al 1933".
Il sommelier d'eccezione ha quindi sorpreso sottolineando che
la "cantina dove questo champagne viene realizzato" fu costruita
"dai romani nel gesso, venti metri sottoterra. Poi, l'anima
imprenditoriale ha preso il sopravvento su quella di sommelier
tracciando le linee per il futuro del gruppo nel campo
vitivinicolo: "Vogliamo produrre direttamente e contiamo di
acquisire in futuro vini che abbiano una lunga storia: brunello
di Montalcino, barolo, champagne, borgogna. Sono pochissimi i
territori al mondo che danno vita a vini monovitigno: questa è
la nostra vocazione", ha concluso.
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