"Siamo molto orgogliosi che la nostra regione abbia dato il nome al prosecco - prosegue Serracchiani - e ne abbia sancito formalmente la qualità a livello internazionale. Anche se la vera rivoluzione introdotta dal prosecco è aver avvicinato al vino e alla sua cultura molte persone che assumevano bevande magari più alcoliche e meno buone, in tutto il mondo".
Per Serracchiani, "il prosecco non teme strane campagne giornalistiche, che penso potranno solo aumentare curiosità e voglia di provare questo "bere italiano". E da lì cominciare a esplorare un mondo di uve, profumi e sapori che questa vendemmia promette saranno eccezionali".
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