Vino e pesce solo di provenienza lombarda,
un massimo di 160 pasti al giorno e di 100 posti letto, una
particolare attenzione verso la cucina tradizionale e i prodotti
del territorio. Sono alcune delle novità introdotte dalla
modifica del testo unico regionale in materia di Agricoltura,
foreste, pesca e sviluppo rurale che interviene sulla disciplina
degli agriturismi e del florovivaismo in Lombardia.
La norma - relatore il leghista Giovanni Malanchini - è stata
approvata dal Consiglio regionale con 43 sì, un no e 26
astenuti. Favorevole tutta la maggioranza di centrodestra. "Gli
agriturismi lombardi saranno le vetrine di eccellenza del nostro
territorio e del nostro agroalimentare. C'era la necessità di
riformare il sistema per valorizzare i veri agriturismi: abbiamo
stretto le maglie e al contempo semplificato le norme" ha
commentato l'assessore lombardo all'Agricoltura Fabio Rolfi.
In particolare, ha spiegato Rolfi "aumenta dal 30 al 35% la
soglia minima di prodotti aziendali utilizzati nella
somministrazione dei pasti, per arrivare all'80% di prodotti
lombardi e solo il 20% di prodotti acquistati dalla grande
distribuzione". Inoltre "la norma prevede l'utilizzo del 100% di
vini lombardi e pesce lombardo".
"La Lombardia è una grande regione vitivinicola e ha una
ampia gamma di prodotti da offrire. È impensabile trovare nei
nostri agriturismi vini provenienti da altre regioni" ha
sostenuto l'assessore, aggiungendo che "nella nuova legge sarà
valorizzata anche la carne di selvaggina prelevata sul
territorio lombardo, che sarà considerata come prodotto di
origine regionale". Infine sarà data la facoltà di aumentare i
posti letto da 60 a 100 al fine di "valorizzare e sviluppare
l'ospitalità offerta dalle strutture agricole".
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