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Cocktail roman-style, dal Negroni Cardinale al Bloody Vaccinara

Barman Ch 18 87, carciofo problema per sommelier, risorsa al bar

di Alessandra Moneti ROMA

(ANSA) - ROMA - Roma dice la sua sui cocktail più bevuti al mondo, il Negroni che quest'anno compie 100 anni, e il Bloody Mary. A Testaccio, di fronte all'ex Mattatoio, uno dei locali storici della Capitale, Checchino dal 1887, ha dato il via a Ch 18 87, locale del buon bere miscelato, che rispolverando ricette della cucina romana e alcuni riti della Dolce Vita propone, nella carta dei cocktail, il Negroni Cardinale, l'aperitivo de' Cocci dedicato all'adiacente Monte de' Cocci nato dall'accumulo di anfore di epoca romana del vicino porto fluviale, e un cocktail estremo, nonché il Bloody Vaccinara che mixa la vodka con la salsa di pomodoro alla vaccinara, il lime e due bitter.

A ideare questa drink list ispirata alla cucina e alla storia di Roma è Simone Mina, sesta generazione della storica famiglia di ristoratori, i fratelli Mariani. ''Il bar è cucina liquida e la tradizione gastronomica romana è molto legata al territorio ed è ricca - sottolinea Mina - di componenti grasse, salate e profumi che la rendono ideale per un menu con cocktail a tutto pasto. Il nostro Cardinalei risolve l'annosa questione del trovare un abbinamento al carciofo alla romana perché la cinarina è un problema per i sommelier mentre è una risorsa nel mondo degli spirits e al bar''.

''Un cardinale che frequentava il bar dell'Excelsior a Via Veneto - racconta il barman Mina - chiedeva un suo Negroni con Riesling renano, noi proponiamo il Cardinale come un Martini Dry al posto del Campari e al posto del vermouth vino fortificato frutto di un blend tra Malvasia e Trebbiano, un un quasi Frascati senza assenzio ma con estratti di Angelica e Genziana oltre che sentori di incenso (con il Martini bitter riserva speciale al posto di un più classico Campari e a posto del Vermouth dry della versione internazionale un vino fortificato (bland di trebbiano e malvasia) (non lo si può chiamare vermouth perchè non contiene artemisia absentia) macerato con angelica passiflora e mela, chiude il drink una vaporizzazione di bitter all'incenso, precisa il giovane che ha mosso i primi passi con un corso Aibes della Regione Lazio. 

A far da cornice, nel locale che vanta oltre 130 anni di attività il Museum Liquidus con gallerie dedicati ai grandi classici del bere miscelato, una sala dedicata al mito del Martini Dry (Dry Martini) e infine una esposizione contemporanea (temporanea) con le più recenti reinterpretazioni (per quest'anno una retrospettiva dedicata al Negroni in 21 varianti).(ANSA).

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