TOKYO - Si è svolto al prestigioso Hattori Nutrition College di Tokyo lo 'Show Cooking' dedicato ai salumi italiani con protagonista lo chef Massimo Bottura, organizzato dall'Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi) con il contributo della Trade Promotion Section dell'Ambasciata d'Italia. Lo chef modenese, proprietario del ristorante 3 stelle Michelin 'Osteria Francescana' e vincitore del 'The World's 50 Best Restaurants Awards 2016', ha eseguito alcune delle sue ricette create con i salumi italiani DOP/IGP davanti a una folta platea di conoscitori e stampa nazionale.
"Essere nella scuola per me è qualcosa di fondamentale - ha spiegato all'ANSA Bottura - ho sempre detto che l'ingrediente più importante per i cuochi del futuro è la cultura, quella che genera conoscenza, che apre la coscienza, che ti porta il senso di responsabilità. Un cuoco con cultura capisce che il cuoco è ben di più che la somma delle sue ricette".
Durante l'evento Bottura ha presentato all'audience giapponese ricette con il meglio dei salumi nostrani, dalla mortadella di Bologna, al cotechino di Modena, allo speck dell'Alto Adige, ricevendo il premio di primo 'Salumiamo Ambassador' dalla direttrice dell'Ivsi Monica Malavasi.
Su tema degli sprechi secondo Bottura "in passato era fatto in modo diverso, si tramandava questo gesto perché non si doveva buttare niente, nel senso di 'cerchiamo di far tesoro di tutto quello che abbiamo'. Oggi invece abbiamo troppo e buttiamo tanto. Bisogna reincarnare la mentalità delle nostre nonne essendo passati attraverso la contemporaneità e l'avanguardia. Questo è già stato recepito: le persone fanno molta attenzione all'ambiente, allo spreco. Due paesi come l'Italia e la Francia hanno già approvato le leggi anti spreco, significa che questo è un messaggio che è già nel DNA dei paesi culturalmente più avanzati".
Lo chef stellato ha parlato anche di etica sociale e dei progetti che lo hanno visto coinvolto nell'apertura dei refettori in giro per il mondo, per ultimo quello di Londra. "In Asia abbiamo avuto diversi contatti: Hong Kong, Taipei, ma soprattutto Tokyo, per poter inaugurare nel 2020 durante le Olimpiadi, esattamente come abbiamo fatto a Rio de Janeiro. Di progetti ce ne sono tanti e molti posti ci chiedono di aprire i refettori, perché sono delle vere e proprie cattedrali di etica. Riuscire a fare non un gesto di carità, ma un gesto culturale dove mettere insieme la cultura e la bellezza, il design, l'arte e l'architettura, insieme al sapere dei grandi cuochi. Così da poter trasmettere la loro conoscenza ai volontari e soprattutto far vedere al mondo che attraverso delle briciole di pane, una banana troppo matura, un pomodoro non bellissimo, si possono creare dei piatti straordinari".
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