VERONA - "Dobbiamo guardare al futuro che -nel mondo enologico (ma non solo) - non può prescindere dall'Oriente e dal suo grande protagonista: la Cina. E la sesta edizione di OperaWine, apre la 'Via della seta' per il vino italiano". Lo ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, aprendo i lavori di OperaWine , l'esclusiva degustazione dal respiro internazionale, realizzata da Vinitaly in collaborazione con Wine Spectator. "Da parte della Cina, ha detto Danese, ci sono molta curiosità e voglia di imparare sui nostri vini. Lo osserviamo anche dalle presenze degli operatori specializzati e buyer cinesi che visitano Vinitaly, cresciuti nel 2016 del 130 per cento. E se per il vino Made in Italy la Cina rappresenta ancora un mercato-sfida con una quota del 5,6%, le nostre esportazioni nel 2016 fanno registrare un principio di inversione di tendenza con una crescita a valore che sfiora il 33% per oltre 120 milioni di euro. Un dato che esprime il potenziale di crescita per l'export italiano di vino e su cui Vinitaly e Vinitaly International stanno concentrando le azioni di sviluppo e promozione presidiando dal 1998 questo mercato strategico con una serie di iniziative a Chengdu, Shanghai e Hong Kong, rivolte a consumatori finali e operatori. "Stiamo lavorando anche ad una Via della seta che sia 4.0, - ha concluso Danese - e guardi ai 21 milioni di cinesi che comprano vino d'importazione su internet. Penso alla partnership inaugurata nel 2016 da Vinitaly con il colosso dell'e-commerce Alibaba e agli accordi che firmeremo proprio in questi giorni con i vertici di 1919 -nostri ospiti anche qui a Opera Wine insieme ad una delegazione di 40 buyer cinesi - e con il Gruppo Cofco, leader nella distribuzione dell'agroalimentare. E siamo protagonisti di un progetto di sistema, l'Italian Wine Channel con Mipaaf, Mise, Federvini, Unione Italiana Vini.
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