La trasmissione dei coronavirus dai
pipistrelli all'uomo è più facile dove le foreste vengono
distrutte per fare spazio agli allevamenti. Lo indica la ricerca
condotta da Maria Cristina Rulli del Politecnico di Milano, in
collaborazione con Università della California a Berkeley, e
Massey University in Nuova Zelanda, pubblicata su Nature Food
che ha individuato i luoghi più a rischio per eventuali futuri
salti di specie per altri coronavirus. "Il nostro lavoro - ha
precisato all'ANSA Rulli - è stato quello di cercare gli
hotspot, ossia i luoghi con le caratteristiche più a rischio, in
cui si potrebbero verificare eventuali spillover, il cosiddetto
salto di specie, di altri coronavirus tipici dei pipistrelli
verso l'uomo". Sebbene non esistano ancora certezze
sull'origine del SarsCoV2, è noto da decenni che la vicinanza
tra le attività umane e gli animali selvatici rappresenti un
potenziale 'ponte' per la trasmissione di virus o altri patogeni
nella nostra specie. Raccogliendo dati sulla distribuzione dei
pipistrelli Rhinolophus, noti come 'ferro di cavallo' e molto
diffusi in Asia e parte di Europa e Asia, e sovrapponendoli a
dettagliate mappe delle attività umane, in particolare agricole
e pastorizie, i ricercatori hanno identificato una serie di
luoghi particolarmente a rischio spillover, da cui potrebbero
potenzialmente prendere piede future epidemie da coronavirus
(come anche nel recente passato la Sars). Il lavoro ha
evidenziato una serie di zone soprattutto in Cina, Indocina e
Thailandia su cui sarà necessario vigilare. "Con questo tipo di
dati sono possibili due azioni", ha aggiunto Rulli. "Da un lato
guidare le autorità a un maggiore controllo dei punti pericolosi
e introdurre politiche più sostenibili, con un migliore
equilibrio tra le attività umane e le foreste, dall'altro agire
per tempo nelle zone con un rischio ancora basso ma in cui i
fattori di pericolo potrebbero presumibilmente aumentare".
Conoscere infatti le circostanze in cui i coronavirus hanno
maggiori probabilità di trasferirsi all'uomo può evitare
facilmente lo sviluppo di future pandemie.
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