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Xylella, si prova olivicoltura 'di precisione' per batterla

Xylella, si prova olivicoltura 'di precisione' per batterla

Primo studio in Italia con partnership Salov-Cnr, sarà condiviso

PISA, 07 febbraio 2020, 17:01

Redazione ANSA

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Uliveto di 70 ettari della 'Filippo Berio ' a Vecchiano (Pisa) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uliveto di 70 ettari della  'Filippo Berio ' a Vecchiano (Pisa) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Uliveto di 70 ettari della 'Filippo Berio ' a Vecchiano (Pisa) - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Olivicoltura di precisione e valorizzazione della biodiversità" è il nome di un progetto, il primo di questo genere in Italia, nato dalla collaborazione tra la Società Agricola Villa Filippo Berio (Gruppo Salov) e l'istituto per la Bioeconomia del Cnr di Firenze, che è la prosecuzione di un lavoro sinergico tra Salov e Cnr per contrastare lo sviluppo della Xylella.

Il nuovo studio, che si svilupperà a Vecchiano (Pisa) nell'uliveto di 70 ettari della 'Filippo Berio', svilupperà nuove tecniche di agricoltura di precisione mai applicate prima all'olivicoltura, migliorerà lo sfruttamento della biodiversità olivicola italiana e valorizzerà tecniche produttive sostenibili.

L'oliveto toscano si trasformerà in un laboratorio 'a cielo aperto' dove analizzare e applicare soluzioni per il miglioramento di tutta l'olivicoltura italiana perché, spiega una nota di Salov, "i risultati delle ricerche verranno condivisi diventando patrimonio comune per una produzione olivicola di qualità e per una migliore valorizzazione dell'immenso patrimonio di biodiversità olivicola presente nel Paese, per lo sviluppo di metodologie innovative mai applicate all'olivicoltura e per la creazione di nuove tecniche produttive sostenibili".

La ricerca avverrà con una rete di monitoraggio in tempo reale: sensori intelligenti su pianta e suolo, osservazioni con droni e via satellite e sensori wireless connessi in rete, sottolinea l'azienda, "per una produzione efficiente di oli dalle caratteristiche chimiche e organolettiche nettamente superiori: il Cnr individuerà le varietà più interessanti da introdurre nei nuovi oliveti in corso di piantagione e lo studio sarà funzionale al recupero di antiche cultivar toscane ormai in disuso e che, invece, torneranno in auge perché rappresentative in uno dei territori dell'olivicoltura più vocati, sviluppando metodologie agronomiche sostenibili e metodiche sostenibili di contrasto allo sviluppo della Xylella".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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