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Latte: Regione Sardegna in pressing sul nuovo Governo

Latte: Regione Sardegna in pressing sul nuovo Governo

Chiesto tavolo a Bellanova aperto a tutti rappresentanti pastori

CAGLIARI, 18 settembre 2019, 18:08

Redazione ANSA

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Latte: Regione Sardegna in pressing sul nuovo Governo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Latte: Regione Sardegna in pressing sul nuovo Governo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Latte: Regione Sardegna in pressing sul nuovo Governo - RIPRODUZIONE RISERVATA

CAGLIARI - La Regione in pressing sul nuovo governo anche sulla vertenza latte. L'assessora dell'Agricoltura Gabriella Murgia ha sollecitato i decreti attuativi della legge 44 del 21 maggio scorso sul sostegno dei settori agricoli in crisi che per il comparto ovicaprino della Sardegna mette a disposizione 5 milioni di euro, ma soprattutto ha richiesto un tavolo specifico sul prezzo del latte e sulle altre questioni aperte con la neo ministra Teresa Bellanova. Tavolo che dovrà essere allargato "a tutti i rappresentanti dei pastori", ha sottolineato l'esponente della Giunta Solinas in occasione della riunione con le organizzazioni di categoria, i rappresentanti di Confindustria e Assolatte, dei Consorzi di tutela e del mondo del credito (Abi e Confidi).

"Tutti", compresi dunque, i portavoce che nei mesi scorsi hanno guidato la protesta, ma che non hanno partecipato all'ultimo tavolo regionale sul latte. "Non siamo stati invitati", sostengono i rappresentati degli allevatori "senza bandiere".

L'assessora ha anche chiarito che "servono azioni mirate per rilanciare la filiera lattiero casearia, puntando anche sulla valorizzazione dei nostri prodotti di alta qualità, come il Pecorino sardo e il Fiore sardo". Infine, per quanto riguarda invece il Piano di regolazione dell'offerta del Pecorino romano, la cui bozza non piace ai pastori, "le parti interessate provvederanno in tempi brevi a inviare al Consorzio le proposte di variazione perché venga approvato e condiviso da tutti i componenti".

Caso in Parlamento, "subito tavolo a Roma su prezzo 
"Ho lanciato l'appello per una nuova riunione del tavolo ministeriale sul prezzo del latte ovino e la riforma della filiera ovi-caprino, quando era ancora in carica il Governo Conte dimissionario, ma oggi appare sempre più urgente, vista l'adozione del piano triennale del Pecorino Romano che sta trovando molte voci contrarie in Sardegna e considerata l'urgenza di portare a termine le misure di riforma della filiera". Lo ribadisce Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d'Italia che ha presentato un'interrogazione nel merito alla ministra Teresa Bellanova.
"La Regione Sardegna non può risolvere il problema del latte ovino da sola, nonostante l'impegno, considerato che, come ho sempre sottolineato, è un problema nazionale - spiega - ci sono misure strutturali che bisogna adottare per non restare schiavi del prezzo del solo pecorino romano, bisogna ampliare il mercato internazionale, stabilite regole certe sulla raccolta del latte, sulla sovrapproduzione del Romano, relativi disciplinari sanzionatori e nuove regole sul credito per favorire la produzione e la commercializzazione dei vari formaggi DOP e una trasformazione di aziende anche ai fini ricettivi e turistici ma soprattutto dare più potere contrattuale ai pastori", conclude Deidda.

Intesa su prezzo al palo, lontano traguardo di 1 euro
Il percorso è stato tracciato a marzo dal tavolo ministeriale in prefettura a Sassari: acconto di 74 centesimi al litro e conguaglio di un euro in autunno. Nel frattempo è caduto un governo, il ministro dell'Agricoltura che aveva voluto quel tavolo è cambiato e le trattative sul prezzo del latte sono al palo. Ma soprattutto, novembre e dietro l'angolo e i pastori non sono contenti, perché il prezzo medio del prodotto è ancora lontano da quello auspicato: 72 centesimi al litro sulla piazza sarda, (dati Ismea del 13 settembre). mentre il pecorino romano destinato all'export sale del 2,9% a 7,10 euro al chilo.
Insomma, potrebbe riesplodere la protesta e segnali in questo senso ci sono già stati. Non aiuta, poi, coloro che hanno promosso e gestito la protesta del febbraio scorso siano stati tenuti fuori dal tavolo regionale convocato dalla neo assessora dell'Agricoltura Gabriella Murgia. "E' un brutto segnale - dice uno degli allevatori, Gianuario Falchi - l'esponente della Giunta dice che noi non siamo 'istituzionalizzati', ma noi siamo parte importante del tavolo perché rappresentiamo la protesta".
Secondo Falchi in questo momento la vertenza non è gestita nel migliore dei modi: "L'assessora chiama il ministero? Ma a Roma sono impegnati da sette mesi su questo fronte. Non si può ricominciare tutto da capo e aprire nuovi tavoli regionali ha poco senso". Se il prezzo del latte non salirà a un euro? "Ne risponderà chi sta aprendo questi altri tavoli", taglia corto Falchi che, insieme a Nenneddu Sanna, chiede al Presidente Christian Solinas "di occuparsi direttamente della questione coinvolgendo persone che abbiano titoli e personalità per gestire una partita cosi complessa". Chi era presente è rimasto deluso.
"Alla Giunta avevamo chiesto di arrivare con una proposta concreta, che però è mancata", spiega Pietro Tandeddu (Copagri). Il presidente del consorzio di tutela del pecorino romano, Salvatore Palitta, attendeva "un confronto, proposte integrative o emendamenti al nostro piano triennale, che tra l'altro è l'unico esistente, ma non sono arrivate".

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