"La visita della settimana scorsa è stata positiva - conferma l'esperto all'ANSA - Ma d'altra parte già a gennaio avevamo fornito dei dati molto chiari sulla fine dell'emergenza. In questi mesi la situazione è ulteriormente migliorata: nei maiali nessun virus, qualcosa nei suini bradi e nei cinghiali, ma veramente poca cosa. Tanto che possiamo dire che è probabile che nel giro di uno-due anni si arrivi alla totale eradicazione".
Un passo per volta, però. "Ora il rapporto degli ispettori dell'Ue andrà alla direzione generale della sanità per le opportune valutazioni - spiega Laddomada - Non ci aspettiamo un responso prima di settembre. Ma in autunno dovrebbe arrivare il verdetto, che ovviamente contiamo sia positivo". Considerata la svolta storica, è probabile che a portare la buona notizia possa essere il commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Povilas Andriukaitis. "I fatti ci stanno dando ragione, per questo siamo ottimisti", sottolinea ancora il direttore dell'Izs.
Coldiretti ha fatto il punto del disastro peste suina: solo negli ultimi 8 anni, da quando nel 2011 la Comunità europea ha nuovamente istituito il divieto assoluto di far varcare i confini regionali a qualsiasi prodotto a base di carne suina, in Sardegna si alleva la metà dei maiali (-48,5%) rispetto agli anni passati. Nel 2010 il numero di capi era di 232.120, sceso a 119.445 nel 2018, con una perdita di 112.675 suini. Nel 2015 una prima deroga ma solo per il maialetto termizzato. "Ora siamo ad un punto cruciale e manca davvero l'ultimo miglio", commenta il presidente di Coldiretti Battista Cualbu
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