Buono è stato anche il risultato per le coltivazioni industriali, quelle foraggere e floricole, cereali e ortaggi. Un calo si è avuto invece perle produzioni agrumicole e, in misura più lieve, per quelle zootecniche.
I cambiamenti climatici dell'ultimo decennio, continua l'Istat, hanno condizionato la redditività del settore agricolo.
Le perdite di raccolta dovute a calamità naturali hanno assunto, negli ultimi anni, un carattere ricorrente. Varie produzioni ne sono state interessate, ad esempio il vino nel 2017 (-16%) e nel 2014 (-8,9%), il mais nel 2015 (-22,2%) e nel 2012 (-19,4%), l'olio nel 2016 (-39,5%) e nel 2014 (-39,3%), le patate nel 2013 (-12%) e nel 2010 (-13,4%), il frumento duro nel 2017 (-16,4%) e nel 2009 (-29,4%), le pesche nel 2018 e (-11,9%) e nel 2017 (-13,7%), le mele nel 2017 (-21,6%) e nel 2012 (-14,6%). Per quel che riguarda i prezzi, gli andamenti sono stati molto differenziati. Nel 2018 si sono registrati aumenti sensibili dei prezzi alla produzione per le coltivazioni foraggere (+18,9%), la viticoltura (+13,2%) e la frutta (+10,4%),più contenuti per i cereali (+2,9%). Diminuzioni, invece, hanno interessato i prezzi delle produzioni olivicole (-10,6%), delle coltivazioni industriali (-5,8%), degli ortaggi (-3,9%), degli agrumi (-3,5%) e delle produzioni zootecniche (-2,2%).
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