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Latte: pastori, 'subito 80 centesimi al litro'. Centinaio, ok dalla Ue al nostro piano

I pastori approvano la bozza di accordo sul prezzo del latte, a regime 1 euro

Redazione ANSA

"Abbiamo avuto l'ok dell'Europa al nostro piano e questo renderà più disteso l'incontro di giovedì tra le parti", "sia per la gestione dell'emergenza che per riorganizzare la filiera". Così il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, dopo la riunione con il Commissario Phil Hogan. Sul piano di ritiri del pecorino, il ministro ha ottenuto rassicurazione che "non si tratta di aiuto di Stato". Hogan ha poi confermato l'invio di funzionari Ue in Sardegna per coinvolgere il Consorzio nei programmi Ue.

I pastori approvano la bozza di accordo sul prezzo del latte ovino, sì 80 cents subito e 1 euro a regime
E' stata approvata per alzata di mano la bozza di accordo sul prezzo del latte ovino presentata all'assemblea degli allevatori dal Movimento dei pastori sardi. I punti salienti prevedono da subito 80 centesimi al litro, contro i 72 proposti dal tavolo di sabato scorso con il ministro Centinaio, e una griglia con garanzie stringenti per arrivare a un euro a fine stagione.

E' un documento di 12 punti quello presentato oggi all'assemblea dei pastori riuniti a Tramatza, dove sono presenti circa un migliaio di allevatori provenienti da tutta la Sardegna. Tra le controproposte al pre-accordo stilato a Cagliari nel tavolo con il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio, quella di "attivare nel tempo tutte le procedure capaci di portare il prezzo del latte ovino ad 1 euro + iva al fine di coprire i costi di produzione". "Non abbiamo fretta di chiudere la vertenza - ribadiscono i pastori dal palco - hanno detto che la risolvevano in 48 ore, oggi dobbiamo rimanere uniti, stanno cercando di metterci l'uno contro l'altro, ma la nostra forza è stare tutti assieme".

L'obiettivo è quello di condividere tutti i punti di un possibile accordo da portare al tavolo di filiera convocato a Roma per giovedì 21. La trattativa si è arenata sulla proposta di pagare il latte 72 centesimi di euro al litro per salire ad un euro - chiesto dagli allevatori - nel giro di due mesi. "Mancano però garanzie per il futuro - continuano a dire i pastori - non ci sono infatti certezze su un prezzo stabile nel tempo".

C'è anche la richiesta di una "distribuzione più equa dei profitti all'interno della filiera dei prodotti lattiero caseari" nella bozza di accordo in discussione tra i pastori con le loro controproposte sul prezzo del latte ovino. Un obiettivo da raggiungere, spiegano gli allevatori, "facendo firmare al soggetto venditore (industriali della trasformazione) all'atto della vendita del formaggio, clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata è tale da coprire i costi di produzione". Prevista poi "la nomina di un prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività di filiera".
I pastori puntano ad una riforma strutturale di tutto il sistema lattiero caseario sardo, compresi gli statuti delle Dop, "al fine di consentire ai partecipanti della filiera la giusta remunerazione dei loro prodotti e la trasparenza dei dati nei confronti dei produttori primari". La riforma, secondo le indicazioni dei pastori, dovrà essere effettuata con la collaborazione di "figure professionali adeguate messe a disposizione dal ministero dell'Agricoltura e la supervisione di un prefetto nominato per tutte le altre attività".



Si dimette il presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano
"Il 22 febbraio scade il mio mandato, ho già provveduto a rassegnare le mie dimissioni in coerenza con il mandato assegnato dal Cda". Lo ha annunciato, con un post su Facebook, Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano.
La richiesta di dimissioni "volontarie e irrevocabili" di tutti i membri dei consigli di amministrazione dei Consorzi di tutela del Pecorino Romano Dop, del Pecorino Sardo Dop e del Fiore Sardo Dop era inserita nella controproposta dei pastori annunciata stamani nell'assemblea a Tramatza (Oristano). Palitta su Facebook accusa: "dopo aver creato il mostro, individuato la fragilità di una filiera frammentata, la debolezza contrattuale del pastore, la debolezza contrattuale dei trasformatori nel mercato, chi è il vero dominus che nessuno ha il coraggio di pronunciare? La grande distribuzione organizzata con il suo strapotere contrattuale, con le aste al ribasso. Eppure durante la negoziazione con i fornitori devono garantire un'equa ripartizione del reddito in tutta la filiera", conclude il presidente dimissionario del Consorzio.



Coldiretti, con dimissioni Palitta ora industria apra
"Ora che si è dimesso il presidente del Consorzio, gli industriali colgano la nuova offerta dei pastori per garantire un prezzo del latte iniziale adeguato ai costi di produzione, con una clausola che assicuri di raggiungere l'obiettivo di 1 euro in tempi certi". E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alla controproposta dei pastori. E' importante ora, segnala, "la nomina di un Prefetto per verificare eventuali errori e violazioni, ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche". 


Tajani, pecorino romano solo latte sardo, Lazio e Grosseto 
Nell'incontro con il commissario Phil Hogan "abbiamo approfondito le regole europee che riguardano il pecorino romano. Si può utilizzare soltanto latte della regione del Lazio, della provincia di Grosseto e latte sardo". Così il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. "Usare latte che proviene da altre parti d'Europa per realizzare il pecorino romano costituisce una frode - ha aggiunto -. Quindi come presidente del parlamento europeo chiedo alle autorità italiane di vigilare attentamente affinché non si usi latte diverso da quello previsto dalle norme comunitarie per la realizzazione del pecorino romano".

Funzionari Ue in Sardegna per spiegare il bando da 191 milioni
"Ringrazio il Commissario Hogan per avere dato la possibilità di inviare in tempi rapidi una delegazione di funzionari della Commissione per spiegare alle autorità regionali sarde e ai pastori sardi come poter partecipare nel modo migliore al bando per l'utilizzo di 191 milioni di euro, che sono a disposizione di tutti gli europei, per promuovere il pecorino". Così il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani.
"Sono molto soddisfatto dell'incontro che ho avuto con il Commissario Hogan che da giorni ha posto l'attenzione sulla situazione che preoccupa tutta l'Italia, relativa la prezzo del latte sardo - ha precisato Tajani - Ringrazio il commissario per avere sottolineato la sua disponibilità e quella della Commissione europea ad aiutare il mondo agricolo sardo a partecipare ai prossimi bandi che riguardano la produzione del pecorino sardo fuori del confine italiano e all'interno dell'Ue e fuori dei confini europei". Tajani ha spiegato che "c'è un bando di 191 milioni di euro che riguarda la promozione di prodotti europei con un cofinanziamento molto limitato e questo potrebbe aiutare se, come è già accaduto in passato, il mondo sardo decidesse di partecipare a questo bando, e questo renderebbe più facile ed agevole la promozione del prodotto anche dopo gli ultimi accordi commerciali con il Canada, Messico, Giappone e Singapore, quindi favorire le esportazioni".


Tavolo Regione Sardegna-banche, fino a 18 milioni di euro messi dalle banche
Fino a 18 milioni di euro messi dalle banche. E' quanto la Regione Sardegna è disposta a garantire, attraverso la sua finanziaria Sfirs, per il ritiro di 30mila quintali di eccedenze di pecorino romano. Nello stesso tempo l'associazione delle Banche italiane (Abi), per voce del rappresentante sardo Giuseppe Cuccurese, ha annunciato la proroga dei fidi in essere ai trasformatori fino a dicembre 2019. Questo consentirà alle imprese lattiero casearie di avere maggiore liquidità per evitare che siano costretti a smaltire in fretta il pecorino e quindi a svenderlo. Terzo punto, gli istituti di credito concederanno un anno di tempo in più ai pastori per pagare le rate dei prestiti personali. Sono questi i pilastri dell'intervento finanziario studiato al tavolo di oggi al quale hanno partecipato Regione, Sfirs, banche, Consorzi fidi e Consorzi di tutela. "Già nei prossimi giorni - ha spiegato l'assessore al Bilancio, Raffaele Paci - ci aspettiamo che il mercato risponda, e che il prezzo del pecorino salga". Il pacchetto di interventi sarà al centro di una delibera che Paci porterà questo pomeriggio in Giunta. L'obiettivo finale è quello di permettere di aumentare il prezzo riconosciuto al latte ovino e di arrivare all'euro entro novembre con effetto retroattivo. Posto che, ha sottolineato l'assessore, "il compito nostro è costruire le condizioni e gli strumenti, saranno poi i trasformatori e i produttori a valutare, perché le decisioni di mercato spettano a domanda e offerta". "Oggi ci siamo concentrati sul supporto finanziario all'intera filiera che abbiamo assolutamente confermato - ha detto Cuccurese - il problema principale sono le eccedenze di pecorino. Riteniamo che entro alcuni mesi, auspico entro dicembre, lo smaltimento dell'eccedenza vecchia venga definito e che la filiera possa avere lo sviluppo che si merita".

Salvini, vedrò di conquistare le fiducia dei pastori
I pastori sardi "hanno fiducia e io vedrò di conquistarmi questa fiducia". Lo ha detto Matteo Salvini nella sua tappa elettorale ad Alghero tornando sulla vertenza per il crollo del prezzo latte ovino in Sardegna.
"E' giusto che il lavoro sia pagato e abbia la dignità che ha il lavoro: incontrerò anche la grande distribuzione, le posizioni sono sempre più vicine". 


La tregua vacilla, assemblee pastori su pre-intesa

di Roberta Celot

Una 'tregua armata' con violazioni non più sistemiche ma sporadiche. Tuttavia, la tensione per il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna resta ancora alta. Anche oggi alcuni pastori, insoddisfatti dal pre-accordo che propone subito 72 centesimi al litro, hanno preso d'assalto un'autocisterna a Sanluri, nel sud dell'Isola, costringendo l'autista ad aprire i rubinetti e sversare tutto il contenuto, migliaia di litri di latte, sulla strada. Gli allevatori hanno agito in cinque, tutti incappucciati, senza usare però alcuna violenza. Analoghi episodi si erano verificati anche ieri, molte dei quali in piena notte.

I primi fascicoli sulle proteste violente sono arrivate in diverse Procure sarde: le ipotesi di reato vanno dalla violenza privata alle minacce sino ai danneggiamenti.

Il Governo è in campo: "Stiamo lavorando giorno e notte - conferma Matteo Salvini, che approfitta del suo tour elettorale nel nord Sardegna per incontrare in serata a Sassari, in Prefettura, un gruppo di allevatori - le posizioni di pastori e industriali sono più vicine rispetto a qualche giorno fa. Continueremo a lavorare fino a trovare una soluzione", assicura.

Nel frattempo, riprende gradualmente la produzione in quasi tutti i caseifici, costretti allo stop dalla protesta davanti ai cancelli delle aziende. Il primo è stato lo stabilimento dei fratelli Pinna a Thiesi, in provincia di Sassari, tra i più grandi nell'Isola. E via via si stanno accodando anche gli altri. Prove di dialogo tra industriali e allevatori nell'azienda Foi (gruppo Auricchio) di Macomer, nel centro Sardegna, dove questa mattina sono entrate le prime autobotti di latte per consentire la ripresa della produzione del formaggio. E il direttore dello stabilimento ha riunito in cortile un centinaio di allevatori per spiegare la bozza di accordo e lanciare un ultimo appello: "Non rompete con gli industriali, lavoriamo insieme per centrare l'obiettivo". Ma tra i pastori prevalgono le perplessità: "Noi vogliamo certezze altrimenti ad ogni crisi a pagare saremo sempre noi e non voi industriali - spiegano - Oggi riprendiamo la produzione ma domani - avvertono - non si sa". Sono giorni di consultazione nelle campagne per valutare la pre-intesa raggiunta a Cagliari.

Al momento gli allevatori - ma le stesse organizzazioni di categoria, in testa Coldiretti e Copagri - non sembrano orientati ad approvare l'accordo così come formulato al tavolo di filiera: 72 centesimi, dicono, sono pochi (la protesta è scattata quando il prezzo è crollato sotto i 60 centesimi) e non ci sono garanzie di ottenere in due mesi quell'euro al litro da loro chiesto. Mancano ancora interventi strutturali, denunciano i pastori, e anche i 50 milioni messi a correre da Governo e Regione per abbattere le eccedenze di pecorino romano, vengono visti come una misura tampone, che non assicura la stabilità del prezzo nel tempo.

L'assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci ha convocato a Cagliari il tavolo con le banche proprio per individuare gli strumenti finanziari a supporto della filiera lattiero-casearia. E il ministro Centinaio è a Bruxelles per incontrare il commissario all'Agricoltura Phil Hogan: la crisi del latte in Sardegna supera i confini nazionali.

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