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Latte, blocchi stradali con sversamenti di migliaia di litri in Sardegna

Pastori esasperati per il crollo del prezzo. Centinaio a giorni in Sardegna

Redazione ANSA NUORO

NUORO - Monta la protesta dei pastori per il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna. Due autobotti sono state bloccate sulla Statale 131, che collega Cagliari a Sassari, e migliaia di litri di latte sono stati versati sulla carreggiata. Il blocco è stato messo in atto all'altezza di Abbasanta (Oristano), al km 123, prima in direzione sud e poi ripetuto dall'altra parte del guardrail in direzione nord. Sul posto gli agenti della Polizia Stradale.

La protesta degli allevatori si è ripetuta anche a Orune, nel Nuorese. Una quarantina di pastori ha rovesciato il latte all'uscita dal paese, sulla provinciale che porta a Bitti. Si tratta di una manifestazione pacifica anche se gli animi degli allevatori sono esasperati. Sul posto sono presenti i Carabinieri della stazione di Orune e della Compagnia di Bitti insieme alla Polizia di Stato. 

La rabbia dei pastori sardi sui social con i video 
E' documentata con continui post su Facebook da parte dei pastori la protesta per il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna culminata oggi con il blocco della Statale 131 e lo sversamento sulla strada di migliaia di litri di prodotto appena munto e trasportato nelle autocisterne dirette ai caseifici. Nei video, che stanno facendo il giro della rete, alcuni diventati virali (si arriva quasi a 200 mila visualizzazioni), la sequenza di immagini è sempre la stessa: uno o più allevatori che aprono i rubinetti delle loro cisterne e lasciano scorrere a terra il latte, urlando la propria rabbia per la remunerazione del prodotto ritenuta troppo esigua per poter rientrare con le spese, nonostante la tenuta del prezzo del formaggio - in particolare il Pecorino Romano - che regola tuttora l'andamento del mercato. Qualche pastore, invece di buttare il latte, ha deciso di farlo bere ai maiali, sempre in segno di protesta. In tutti i post compare l'hashtag #pastorisardi.

 

 

 

Sindaco sardo, si sta preparando rivoluzione
"Ho la netta sensazione che in Sardegna stia partendo una rivoluzione. Ho visto molta rabbia del mondo delle campagne, difficile da descrivere e inusuale da vedere nella nostra Isola". lo dice all'ANSA il sindaco di Macomer (Nuoro), Antonio Succu, in merito alla protesta dei pastori che, questa mattina nel centro del suo paese, hanno sversato il latte sulla strada per protestare contro il crollo del prezzo del prodotto. "Devo dire di aver provato molto dolore - ammette - sono cresciuto in una famiglia di pastori e so che il latte è il petrolio della Sardegna: il gesto di gettarlo in strada lo interpreto come un grido di dolore di una categoria". Secondo Succu, il prezzo attualmente proposto come acconto sulla stagione lattiero casearia - attualmente si aggira sui 60 centesimi al litro - è "scabroso e non paga i costi di produzione. Certamente si tratta di un problema complesso che credo possa essere risolto solamente con interventi a livelli più elevati. Bisogna cioè avere più forza in Europa per difendere il nostro petrolio".

Crolla il prezzo, Centinaio a giorni in Sardegna
"La settimana prossima sarò in Sardegna a parlare con gli agricoltori. Come Governo stiamo ripensando a tutta la questione dei Consorzi per quanto riguarda il latte di pecora". Lo annuncia il Ministro delle politiche agricole alimentari, Gian Marco Centinaio, a Milano commentando la situazione critica del comparto del latte ovino nell'Isola, dove sta montando la protesta dei pastori perché il prodotto viene pagato 60 centesimi al litro: per questo molti produttori stanno buttando il latte.
Nel frattempo, il confronto tra organizzazioni e industriali è fermo al palo: senza un'intesa sul prezzo il mondo delle campagne è pronto a scendere nuovamente in piazza. "Abbiamo messo sul tavolo del Consorzio la proposta di cercare di esportare il più possibile questa tipologia di latte - spiega Centinaio - molto apprezzata in Asia, tanto che in Cina esiste un progetto con il latte in polvere che viene dalle pecore. Stiamo cercando di dare agli agricoltori alternative che non siano solo quelle tradizionali"

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