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Le imprese agricole 'giovani' sono meno del 10%, ma in crescita

Osservatorio Nomisma-Edagricole, aziende under 35 sono 55mila

Redazione ANSA

ROMA - Rappresentano meno del 10% delle imprese agricole italiane, ma mostrano performance economiche doppie rispetto alla media, con valori di produzione vicini a 100 mila euro per azienda contro i 45 mila della media del settore. Sono le imprese condotte da giovani fino a 35 anni, mediamente più strutturate (20 ettari contro gli 11 della media nazionale) e diversificate, grazie ad un approccio al mercato più innovativo e tecnologico. E' quanto emerso nel corso dell'Osservatorio sui giovani agricoltori Nomisma-Edagricole tenutosi ad Eima, l'esposizione internazionale delle macchine per l'agricoltura, dove è stato realizzato un focus sulle caratteristiche evolutive dei giovani nell'agricoltura italiana.

Il focus ha messo in luce la presenza a giugno 2018 di circa 55 mila imprese agricole condotte da giovani con meno di 35 anni, un aggregato ancora marginale sul totale delle aziende del settore (meno del 10%) ma in crescita del 14% rispetto a tre anni fa.

"Le imprese giovanili italiane sono molto più numerose - in termini assoluti - di quelle francesi (38 mila circa), spagnole (34 mila) e tedesche (20.500) e, soprattutto, molto più rispettose delle "quote rosa": in Italia, 3 "aziende giovani", ogni 10, sono condotte da donne contro un 15% di Francia e Germania e un 19% della Spagna", ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile dell'Area Agroalimentare di Nomisma.

Anche sul fronte economico le performance delle aziende agricole del nostro paese condotte da giovani sono tra le top in Europa. In termini di valore medio della produzione (standard output), quelle italiane evidenziano un risultato economico di 98,7 mila euro contro i 65 mila della Spagna e i 55,6 mila della media Ue, mentre risulta alto il divario con Francia (169,7 mila euro) e Germania (198 mila euro).

Coldiretti, 8 italiani su 10 sognano il figlio agricoltore
Otto italiani su dieci (82,1%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura, con la percentuale che sale addirittura all'86,2% se si considerano i soli genitori laureati. E' quanto emerge da un'analisi Coldiretti/Censis divulgata in occasione della diffusione dei dati Nomisma sui giovani nelle campagne.

Oggi, sottolinea la Coldiretti, appena il 5,4% delle mamme e dei papà sarebbe contrario a vedere il figlio in campagna, mentre il restante 12,5% non prende posizione, a dimostrazione del profondo cambiamento di atteggiamento nei confronti del settore primario.
La rinnovata attrattività della campagna per i giovani, continua Coldiretti, si riflette nella convinzione comune che l'agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è un caso se questo mutamento culturale si sia tradotto anche nelle scelte relative al percorso scolastico.
Negli ultimi sette anni, le iscrizioni degli studenti italiani che hanno scelto la facoltà di Agraria sono aumentate del 14,5%, in netta controtendenza nello stesso periodo al calo generale del 6,8% degli universitari, scesi costantemente fino ad arrivare a 1,67 milioni nel 2017/18, secondo un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'Anvur, l'Istituto di valutazione della ricerca scientifica e dell'università italiana.

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