L'industria agroalimentare è centrale
per l'economia del Lazio. E' quanto emerge da una ricerca di
Intesa Sanpaolo presentata a Latina in collaborazione con
l'Ordine degli Agronomi secondo cui "il peso è tra i più bassi
in Italia, ma il dato regionale nasconde una profonda
disomogeneità a livello provinciale. Se si esclude Roma, il peso
dell'agricoltura sull'economia laziale sale al 4,5% per valore
aggiunto e al 6,5% per occupati, dati questi al di sopra della
media italiana". Inoltre il Lazio è la nona regione italiana per
superficie agricola utilizzata. Con una dimensione media
aziendale in crescita, ma stimata superare di poco i 12 ettari
per azienda, il dato del Lazio rimane inferiore alla media
italiana (14,4 ha per azienda), mostrando un territorio ancora
molto frammentato, seppure avviato su percorso di progressiva
razionalizzazione delle aziende. Positivi i dati sulla
produttività, in crescita dal 2013, con un forte orientamento al
biologico, che fa conquistare al Lazio la quarta posizione tra
le regioni italiane per quota di biologico sul totale della
superficie utilizzata (16,9%).
Fondamentale, spiega lo studio, è il ruolo della provincia di
Latina nell'agroalimentare laziale e italiano e in
particolare a monte, nelle produzioni agricole, con il fertile
territorio dell'Agro Pontino. Ha origine a Latina circa il 40%
delle esportazioni agroalimentari del Lazio. È forte in
particolare la specializzazione nell'ortofrutta, riconosciuta da
Intesa Sanpaolo, che tra i 12 distretti agricoli
monitorati in Italia comprende anche il distretto
dell'Ortofrutta dell'Agro Pontino, da cui proviene oltre il 5%
dell'export ortofrutticolo italiano.
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