In un documento che la Commissione Europea ha inviato agli Stati membri sul tema della proprietà intellettuale - spiega in una nota Confagricoltura - è stato rimarcato che non esiste nell'ordinamento giuridico del Regno Unito una normativa specifica in materia di protezione delle designazioni geografiche; così come per le altre indicazioni dell'Unione riferite ai prodotti agricoli. In sostanza, in assenza di un accordo, il riconoscimento e la tutela delle denominazioni d'origine non sarebbero garantiti sul mercato del Regno Unito dopo la Brexit. Come indicato da Barnier, la delegazione britannica vorrebbe riportare la questione nel contesto del negoziato sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito. "E' una posizione che va respinta - sottolinea Giansanti - considerando l'importanza che riveste il mercato britannico per il Made in Italy agro-alimentare e per i nostri prodotti di punta a denominazione geografica. Le esportazioni di settore su questo mercato ammontano a circa 3,5 miliardi di euro e la metà del valore è dato dalle vendite di vini e prodotti ortofrutticoli".
"Il nostro auspicio - conclude il presidente di Confagricoltura - è che la questione della piena tutela delle denominazioni di origine continui ad essere tenuta nella massima considerazione dal governo; sollecitando la ricerca di una soluzione adeguata ai nostri legittimi interessi e alle potenzialità del sistema agro-alimentare italiano. In particolare, facciamo pieno affidamento sull'azione dei ministri Moavero e Centinaio".
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