Sono 58mila le imprese associate a
Federalimentare che destinano all'innovazione circa 10 miliardi
di euro l'anno, l'8% del fatturato complessivo. Lo ha ricordato
la federazione degli industriali del comparto agroalimentare
nell'ambito di un convegno promosso insieme a Fai Cisl, Flai
Cgil e Uila Uil, per presentare i risultati dei 20 progetti di
formazione conclusi tra la fine del 2017 e il 2018. Un'occasione
per approfondire il tema dell'innovazione digitale e delle nuove
competenze professionali richieste dalle imprese per affrontare
le sfide di Industria 4.0.
"Nell'industria alimentare - ha precisato Aurelio Ceresoli,
consigliere Federalimentare delegato per l'Industria 4.0 -
l'innovazione digitale entra con più lentezza rispetto alla
media per il profilo ancora "artigianale" di lavorazioni e
produzioni".
Secondo il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia,
comunque, in un'evoluzione sempre più tecnologica le risorse
umane saranno sempre più importanti. Risorse che ovviamente,
secondo il presidente, "dovranno essere sempre più qualificate e
concentrate su formazione, istruzione mirata, qualificazione,
specializzazione e stimolo della competenza. Al centro del
successo del nostro settore c'è il capitale umano qualificato e
da qualificare per formare nuovi talenti in grado di coniugare
tecnologie e innovazione con tradizione e artigianalità".
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