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Mais, ricerca Crea lo salverà dopo un 2017 da dimenticare

Mais, ricerca Crea lo salverà dopo un 2017 da dimenticare

Progetto per rilancio coltura strategica per Made in Italy

ROMA, 24 maggio 2018, 15:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scende in campo la ricerca con un progetto per rilanciare il mais italiano, tra le colture più colpite dal clima del 2017 che ha determinato rese inferiori del 6,7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni pari a 2,5 milioni di tonnellate e un calo di superfici coltivate di 300 mila ettari.

A coordinare il progetto triennale è il Crea Cerealicoltura e Colture Industriali, in collaborazione con l'Università di Torino e della Cattolica di Piacenza e finanziato dal ministero per le Politiche agricole, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma.

Sono state messe in campo attività di ricerca che vanno dal controllo degli stress della pianta all'implementazione delle rese e della redditività della coltura, fino alla scelta varietale. "Prerequisito indispensabile per la valorizzazione della filiera - spiega la coordinatrice del progetto, Carlotta Balconi - è la sicurezza delle produzioni sotto il profilo igienico-sanitario, con particolare attenzione alla contaminazione da micotossine, in grado di provocare forti effetti negativi sulla salute dell'uomo e degli animali e di persistere lungo le catene alimentari". Il progetto infatti prevede una rete di monitoraggio del mais che coinvolge 40-50 centri di lavorazione e stoccaggio delle regioni vocate alla produzione maidicola (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna). I dati emersi confermano che la granella di mais è frequentemente contaminata da fumonisine, in quantità variabile a seconda dell'andamento climatico stagionale. La strategia migliore, hanno spiegato i ricercatori, resta quindi la prevenzione attuata mediante l'utilizzo di buone pratiche agronomiche e di condizioni ottimali per lo stoccaggio.

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