Come dimostrano i dati degli studi condotti dalla Sheffield Hallam University, il 42% degli sprechi alimentari si verifica a livello domestico: circa la metà del cibo gettato proviene dalle case dei consumatori. La maggior parte finisce direttamente dal frigorifero o dalla tavola nel cassonetto dell'immondizia, perché non consumato entro la data di scadenza oppure perché cucinato in quantità eccessiva.
I surgelati, ricorda Iaas, costituiscono un valido strumento "anti-spreco" per numerosi motivi: hanno una lunga durata di conservazione; permettono un maggior controllo nelle porzioni e nelle quantità da consumare; la quantità acquistata corrisponde a quella che si mangia: si consuma tutto ciò che si acquista e diventa più facile fare anche la raccolta differenziata; si riduce il consumo di acqua, perché gli ortaggi sono già lavati e puliti; c'è un minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi. Gli italiani sembrano apprezzare queste produzioni: il consumo di surgelati in Italia, precisa Iias, ha registrato un'impennata, segnando un +2,9% di quantità consumate (circa 330mila tonnellate nel solo canale retail). A trainare la crescita sono stati soprattutto gli ittici (61.958 tonnellate, +4,4%), le pizze e gli snack (49.788 tonnellate, +4,5%) e i prodotti vegetali (136.789 tonnellate, +4,1%). ''Lo spreco alimentare - conclude Gagliardi - non è soltanto una perdita economica per il consumatore: con quanto si spreca, si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale.
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