Pensioni che costringono "i produttori a continuare l'attività, bloccando il turn-over nei campi con un ingresso dei giovani, sotto il 6%". Lo denuncia Cia-Agricoltori Italiani nel corso del convegno "Pensioni dignitose per gli agricoltori italiani" organizzato con il Patronato Cia-Inac (Istituto Nazionale Assistenza Ai Cittadini) questa mattina presso la Camera, ribadendo la necessità di "riformare il sistema pensionistico, innalzando i minimi almeno a livello della media Ue" per cui "la copertura finanziaria c'è, con uno sbilancio tra entrate e uscite in attivo di 10 miliardi di euro".
Cia e Inac propongono "un rafforzamento" della proposta di legge Gnecchi-Damiano n. 2100 che prevede l'istituzione di una pensione base (448 euro) in aggiunta alla pensione liquidata con sistema contributivo; le due organizzazioni chiedono "un sistema misto retributivo contributivo e di ridurre da 15 a 5 anni il raggiungimento della pensione base coinvolgendo una platea potenziale di 7 milioni di persone" e di "concedere la rivalutazione del totale dei contributi prevista solo per i co.co.co. Anche per gli autonomi".
"Con le riforme Amato, Dini e poi Fornero vengono sottratti ai pensionati 900 miliardi di euro. Ma ora è il momento di dare e non di togliere ancora" afferma Dino Scanavino, presidente Cia, che ribadisce:"I titolari di azienda sopra i 65 anni sono il 43% del totale: siamo l'agricoltura più anziana del mondo".
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