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Bellanova, il regolamento sulle etichette di origine slitti di un anno

Ministro a Consiglio Ue, necessaria riflessione sul tema

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Uno "slittamento di un anno" dell'entrata in applicazione del regolamento Ue sull'etichettatura di origine degli alimenti, prevista per il primo aprile 2020. Lo chiede il ministro dell'agricoltura Teresa Bellanova intervenendo al Consiglio Ue su un punto sollevato dalla Francia, che ha presentato un documento sull'etichettatura di origine concordato con Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.

"Il regolamento 775/2018 - ha aggiunto Bellanova - trova l'Italia contraria e le soluzioni scelte non sono soddisfacenti e anche per questo chiediamo lo slittamento di un anno della sua applicazione per aprire una necessaria riflessione" sul tema.

L'Italia è tra i paesi Ue che stanno conducendo sperimentazioni sull'etichettatura di origine temporanea di diversi alimenti. La sperimentazione dovrebbe terminare il 1 aprile con l'entrata in vigore delle nuove regole Ue e la presentazione di rapporti sui risultati dei progetti pilota. Ma sia l'Italia che gli altri paesi firmatari chiedono al nuovo Commissario Ue alla salute, Stella Kyriakides, di riaprire il dibattito in occasione della presentazione della annunciata strategia 'farm to fork' ('dal campo alla tavola', ndr), attesa proprio per aprile.

L'iniziativa dei 5 paesi ha raccolto le adesioni di Austria, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e, anche se molto più sfumata, Germania. Più freddi Belgio e Irlanda. Nettamente contrarie Repubblica ceca e Danimarca. La Polonia chiede la possibilità di avviare un regime nazionale di origine per le patate, mentre Ungheria, Bulgaria (e Danimarca) vorrebbero nuove norme Ue sull'origine del miele. Olanda e Svezia indicano nella presentazione dei risultati delle sperimentazioni in corso una condizione necessaria a qualsiasi riflessione.

Le nuove norme "entreranno in vigore in aprile - ha risposto Stella Kyriakides - siamo in attesa della valutazione degli Stati membri sui progetti pilota. Un crescente numero di misure nazionali non è sostenibile. Abbiamo bisogno di una soluzione a lungo termine a livello europeo. Nell'aprile 2020 presenterò l'iniziativa farm to fork, che sarà un'occasione anche per lavorare con voi per soluzione inclusiva sull'etichettatura di origine".


De Castro-Dorfmann, su etichetta alimenti norme Ue per tutti
"Non è più il tempo delle esitazioni, delle ipotesi, delle sperimentazioni. Le etichette che troviamo sugli imballaggi degli alimenti devono essere armonizzate con norme uguali per tutti in Europa. Noi siamo sempre stati chiari, vogliamo un sistema che informi i consumatori senza condizionarne le scelte di acquisto". È il fulcro dell'interrogazione scritta, inviata alla Commissione europea, su iniziativa di Paolo De Castro e Dorfann Herbert, rispettivamente coordinatori S&D e PPE alla commissione agricoltura del Parlamento Ue. Il testo è stato sottoscritto trasversalmente da altri 19 eurodeputati italiani delle commissioni competenti: agricoltura, ambiente, mercato interno e protezione dei consumatori. ''L'azione non coordinata verso gli obiettivi fondamentali di sicurezza alimentare, trasparenza e protezione dei consumatori ha portato - si legge nell'interrogazione - alla proliferazione di sistemi di etichettatura che stanno frammentando il mercato unico europeo''. La conseguenza: ''i consumatori si trovano ad affrontare schemi di etichettatura di origine e nutrizionali diversificati e incoerenti tra i diversi Stati membri''. ''Senza contare che - proseguono - i sistemi di etichettatura applicati in Stati membri come Francia e Regno Unito influenzano e fuorviano le scelte dei consumatori, senza fornire informazioni esaustive sui nutrienti, in base delle assunzioni giornaliere di riferimento per un consumatore medio''. C'e' anche bisogno, di ''cercare un ampio consenso nella comunità scientifica dell'Ue, coinvolgendo l'Efsa. La regolamentazione dell'etichettatura a livello europeo e' da sempre una nostra battaglia, concludono. Ne hanno bisogno produttori, consumatori e il settore agroalimentare europeo''.

 

Confagri, bene battaglia Italia a Bruxelles contro i semafori nel food
Sull'etichettatura degli alimenti non si può continuare a procedere in Europa in ordine sparso. Bruxelles deve adottare un sistema comune di classificazione degli alimenti, basato esclusivamente sulle più rigorose valutazioni scientifiche. Ad affermarlo il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. "Accogliamo con favore e diamo piena adesione - aggiunge - all'interrogazione europarlamentare di Dorfmann, De Castro ed altri 19 eurodeputati italiani su un sistema di etichettatura europeo 'che informi i consumatori senza condizionarne le scelte di acquisto'. Plauso anche per le dichiarazioni del ministro per le Politiche agricole Bellanova al Consiglio agricolo che boccia le etichette a semaforo. L'Italia fa bene a far sentire la sua voce e a sollecitare una normativa europea univoca e non fuorviante". "Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà alla classificazione del food con semafori e nutri-score, perché mette all'indice numerosi prodotti riconosciuti universalmente sani, a partire dall'olio extravergine d'oliva - ha spiegato il presidente di Confagricoltura -. L'Italia è il primo Paese dell'Unione Europea per numero di prodotti agroalimentari riconosciuti a denominazione d'origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP), molti dei quali diventano 'a rischio' con l'etichettatura a semaforo". "Nel nostro Paese - come ha annunciato il ministro a Bruxelles - si sta completando la sperimentazione di un 'sistema a batteria' che indichi al consumatore quale percentuale di fabbisogno giornaliero degli elementi nutritivi ha raggiunto. "Così si fa corretta informazione scientifica", ha concluso Giansanti.

 

Coldiretti, 1,1 mln firme contro falsa origine in etichetta
Sono 1,1 milioni le firme raccolte in Europa, su iniziativa della Coldiretti, per spingere la Commissione Ue ad assicurare la trasparenza dell'informazione sui cibi in tutta l'Unione Europea. Lo afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nell'esprimere apprezzamento la richiesta del ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova di far slittare di un anno l'entrata in vigore della normativa 775/2018, che rappresenterebbe un pericoloso passo indietro rispetto ai decreti varati in Italia per garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori. "La svolta in atto a livello europeo, che ha visto molti Paesi chiedere una normativa piu' stringente sull'obbligo di indicare l'origine degli alimenti in etichetta, è un successo dell'Italia dove la Coldiretti e Campagna Amica hanno raccolto l'85% delle firme per una petizione sostenuta largamente da numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza - spiega una nota - Un'esigenza di chiarezza condivisa dall'82% di italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull'origine del cibo per contrastare l'inganno dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy. Grazie al pressing della Coldiretti degli ultimi due anni, fa sapere l'organizzazione, In Italia è in vigore l'obbligo di etichetta di origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro, come anche per il grano della pasta e per il riso"

 

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