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Da Giappone arriva la crio-banana, si mangia anche la buccia

Da Giappone arriva la crio-banana, si mangia anche la buccia

La pianta si trasforma dopo l'abbattimento a -60 gradi

ROMA, 16 maggio 2018, 14:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSA) - Piante di banane ibernate e risvegliate che danno frutti dalla buccia commestibile. Si apre una nuova frontiera per questo prodotto, il più consumato in Italia tra la frutta tropicale, merito della ricerca giapponese che ha messo in atto una nuova tecnica, la Freeze Thaw Awakening, che prevede congelamento, scongelamento e risveglio del banano. E' così che nasce la banana Monge, dal sapore dolcissimo, coltivata senza l'uso di pesticidi, più nutriente rispetto al frutto 'tradizionale' e anche più piccola, 18 grammi di media contro i 24,8 grammi di media. Contiene molto più zucchero con un retrogusto tropicale simile a quello dell'ananas. E' stata sviluppata partendo dalla varietà Gros Michel, coltivata in tutto il mondo fino a 50 anni fa, caratterizzata da un alto tasso di triptofano, vitamina B6, zinco e magnesio.

Una vera rivoluzione perché i banani solitamente crescono ad una temperatura che si aggira intorno ai 27 gradi. L'azienda giapponese coltiva le piante congelate a -60 °C, poi le ripianta in ambienti in cui sono esposte ad una temperatura di 27 °C; uno sbalzo che consente ai banani di crescere più velocemente, offrendo un frutto dalla buccia molto morbida, dolce e sottilissima. Per ora il frutto è disponibile solamente nei negozi della prefettura di Okayama al prezzo di 5-6 dollari, ma l'azienda punta a venderla prima in tutto il Giappone, dove oggi il 99% dei consumi sono importati e poi nel resto del mondo. Una buona notizia anche per l'Italia dove si mangia sempre più frutta, aumentata in 10 anni del 17%, arrivando a sfiorare le 840 mila tonnellate, come rileva uno studio del Centro servizi ortofrutticoli. Ad essere le più richieste, restano le banane, incalzate da ananas e dalle new entry mango e avocado, con una percentuale tra il 77% e il 79% del totale, pari a poco più di 600 mila tonnellate l'anno.

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