Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Un filone di pane costa all'ambiente 0,6 kg di CO2

43% delle emissioni deriva da fertilizzanti per il grano

Redazione ANSA ROMA

Acquistato al supermercato, un filone di pane costa pochi euro, ma all'ambiente quella stessa pagnotta costa più di mezzo chilogrammo di CO2. A dirlo sono i ricercatori dell'università britannica di Sheffield, che hanno analizzato l'impatto ambientale della produzione del pane nelle sue varie fasi, dalla coltivazione del grano alla distribuzione finale.

Stando allo studio, pubblicato sulla rivista Nature Plants, una pagnotta da 800 grammi prodotta nel Regno Unito ha un costo in termini di emissioni pari a 0,589 Kg di CO2. A pesare sull'ambiente è soprattutto la coltivazione, che genera circa la metà dei gas climalteranti. In particolare il nitrato d'ammonio, usato come fertilizzante, è la causa del 43% delle emissioni.

"In ogni pagnotta è rappresentato il riscaldamento globale, dovuto ai fertilizzanti usati per aumentare il raccolto", spiegano gli studiosi. "Un'alta resa agricola - necessaria a creare profitto per agricoltori, produttori e rivenditori mantenendo bassi i prezzi per i consumatori - attualmente richiede un uso elevato di fertilizzanti economici. Con cento milioni di tonnellate di fertilizzanti usati ogni anno nel mondo per sostenere la produzione agricola, il problema è enorme", evidenziano.

Nonostante ciò, "l'impatto ambientale non viene conteggiato, e quindi al momento non ci sono incentivi reali per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti", proseguono i ricercatori, secondo cui il problema dei fertilizzanti sarebbe "risolvibile attraverso il miglioramento delle pratiche agronomiche".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Modifica consenso Cookie