Bellezza paesaggistica, qualità della
vita, produzione agroalimentare certificata, si intrecciano e
fanno economia sostenibile nei 407 Comuni a vocazione
vitivinicola che oggi, al Campidoglio, festeggiano i 30 anni
dell'associazione "Città del vino". Tanti i territori municipali
della bellezza con riconoscimenti Unesco, ha ricordato Il
presidente delle Città del Vino Floriano Zambon, con siti
riconosciuti e protetti a livello internazionale, come Porto
Venere/Cinque Terre, Amalfi, la Val d'Orcia, le Langhe il Roero
e il Monferrato, Pantelleria per la pratica agricola della vite
ad alberello; e poi Roma, i centri storici di Siena e San
Gimignano, Aquileia, la Val di Noto, l'Etna, la Palermo
arabo-normanno, Cefalù e Monreale con le rispettive cattedrali;
e in dirittura d'arrivo le colline del Prosecco di Conegliano e
Valdobbiadene. "La qualità dell'ambiente, le bontà
enogastronomiche, la bellezza dei borghi e dei nostri paesaggi,
ma anche il lavoro, lo stile di vita, le relazioni sociali e il
tessuto produttivo fanno delle Città del Vino un modello di
riferimento per tutta l'Italia. Dobbiamo ripartire anche dai
nostri valori per ripensare il nostro Paese" ha detto Zambon, il
presidente dei municipi associati nel segno di Bacco.
In occasione del Trentennale, l'associazione delle Città del
vino ha voluto premiare l'Italia del bello e del buono con
onorificenze a ricercatori, amministratori, ex presidenti
dell'Associazione, e a 17 famiglie di produttori di altrettante
regioni perché oltre il 90% della vitivinicoltura italiana è
legata alle tradizioni e alla continuità familiare. Premiato
Massimo Fiorio, parlamentare Pd e relatore del "Testo Unico del
Vino" e le Sovrintendenze di Pompei e Selinunte. Per la stampa i
giornalisti Alessandra Moneti (ANSA), Antonio Corbo (La
Repubblica-Napoli) e Antonio Fiore (Gazzetta del
Mezzogiorno/Corriere della Sera).
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