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A Cibus Connect i Paesi dove made in Italy corre

Export vale 30 mld e cresce +3,6%, sprint in mercati extra-Ue

Redazione ANSA ROMA

Cresce ancora l'export del comparto alimentare italiano, facendo registrare il +3,6% e un nuovo record nel 2016 con una forte accelerazione negli ultimi mesi, in particolare sui mercati extra-Ue. Ma ci si interroga su come evolveranno i mercati esteri a seguito dei molteplici cambiamenti geopolitici. Se ne parlerà a Cibus Connect, la nuova fiera che Fiere di Parma e Federalimentare organizzano, negli anni dispari, a Parma dal 12 al 13 aprile.

L'export delle industrie alimentari italiane nel 2016 ha raggiunto la cifra di 30 miliardi di euro (38 miliardi se si considera tutto il comparto agroalimentare) crescendo del 3,6% rispetto al 2015. E le previsioni per il 2017 sono ottimistiche: un aumento di circa il 5%. I Paesi dove l'export alimentare continua a crescere sono alcuni mercati chiave come Usa, Germania, Francia, Spagna, Canada, Corea del Sud, alcuni Paesi dell'Est europeo (Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia) ed alcune aree medio orientali (Libia, Algeria, Tunisia). Altri Paesi invece, soprattutto per motivi esogeni, arretrano, si veda Cina, Giappone, Brasile e Turchia. Da segnalare finalmente la ripresa dell'export verso la Russia, +3,4%, secondo elaborazioni del Centro Studi Federalimentare su dati Istat.

A Cibus Connect espongono 500 aziende alimentari italiane, selezionate tra quelle maggiormente vocate all'export. Tra queste presenti anche 50 produttori di nicchia selezionati da Slow Food.

Negli stessi giorni Parma ospiterà anche "ORIGO, Geographical Indications' Global Forum", il primo Forum internazionale sui prodotti alimentari ad indicazione geografica protetta, italiani e non, organizzato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio della Commissione Europea.

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