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Pizza napoletana nei beni Unesco, già 1,3 milioni di firme

A Milano ha aderito anche lo chef di Obama, Sam Kass

Redazione ANSA

MILANO - Sono già oltre un milione e 300 mila le persone che da più di 50 Paesi hanno firmato la petizione a sostegno della candidatura dell'"arte dei pizzaiuoli napoletani" a patrimonio immateriale dell'Umanità Unesco. Lo ha detto l'ex ministro e promotore della campagna #pizzaUnesco Alfonso Pecoraro Scanio, precisando che l'obiettivo "è di raccogliere 2 milioni di adesioni da almeno 100 Paesi entro l'autunno". Sempre a Milano, alla terza edizione di Seeds&Chips, Pecoraro Scanio ha premiato lo chef Sam Kass "per la capacità di aver innovato e portato qualità nelle cucine e nei giardini della Casa Bianca con l'introduzione di un orto biodinamico biologico". E lo chef consigliere-alimentare degli Obama ha a sua volta firmato, come annuncia la Fondazione Univerde in una nota, la petizione #pizzaUnesco per riconoscere l'Arte dei pizzaiuoli napoletani come Patrimonio immateriale dell'Unesco. L'occasione per rilanciare la sfida, partita nel 2014, è la Milano Food Week: grazie alla collaborazione tra la Fondazione Univerde (presieduta da Pecoraro Scanio) e gli organizzatori del Napoli Pizza Village, per tutta la settimana in 50 delle migliori pizzerie napoletane di Milano sarà possibile firmare per la candidatura.
Chi sceglierà di sostenere #pizzaUnesco riceverà inoltre un coupon per partecipare alla settima edizione di Napoli Pizza Village, in programma dal 17 al 25 sul lungomare Caracciolo della città partenopea. Oggi la candidatura ufficiale italiana per l'iscrizione dell'arte dei pizzaiuoli napoletani nella lista rappresentativa dei beni immateriali è in fase di valutazione da parte del Comitato intergovernativo Unesco, che si riunirà dal 4 all'8 dicembre prossimi a Seul. L'obiettivo finale, ha aggiunto Pecoraro Scanio, sarà dunque di "ottenere il voto favorevole dell'Unesco, quando a dicembre prossimo i 24 rappresentanti dei Paesi membri del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale saranno chiamati a decidere a Seul".

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