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Chiude Noma, ristorante Copenaghen ai vertici mondo

Chiude Noma, ristorante Copenaghen ai vertici mondo

Anno sabbatico per chef René Redzepi, emblema cucina nordica

ROMA, 23 febbraio 2017, 19:43

Redazione ANSA

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Nel 2014 il Noma di Copenaghen era stato decretato "il miglior ristorante del mondo" secondo "The world's 50 Best restaurants", il premio considerato l'Oscar degli chef che poi, nel 2016, ha incoronato Massimo Bottura e la sua Osteria Francescana a Modena. Domani chiude. Il 24 febbraio lo chef René Redzepi firma per l'ultima volta il menu del ristorante in Strandgade 93, a due passi dal mare, e verrà servito l'ultimo servizio dopo 13 anni di attività nella capitale danese. Chiude così un ristorante leggendario, l'emblema della cucina nordica - la stessa insegna "Noma" è la crasi di due termini danesi "nordisk" e "mad", ossia nordico e cibo - dove occorreva attendere almeno 12 mesi per prenotare un tavolo. E chiude, stando ai commenti sui social, per rinnovarsi e fare ricerca, magari in una formula ancor più vicina all'offerta naturale, stagionale, selvatica di questo straordinario esempio di innovazione gastronomica che ha reso familiare, anche alle nostre latitudini, termini come cibo fermentato, o foraging, la raccolta in natura e nella tundra di erbe, radici, funghi e muschi commestibili, oltre a nuove modalità di consumo come il tavolo sociale, 8 commensali allo stesso desco solo per condividere la passione per l'alta cucina.

Secondo il Gambero Rosso, René Redzepi guiderà una fattoria urbana, e il suo nuovo ristorante sorgerà entro l'anno in una grande proprietà acquistata dallo chef alle porte di Christiania per trasformarsi in fattoria urbana autosufficiente, con tanto di orti e serre pensili. Nulla a che vedere, con una parabola discendente di questo indirizzo-cult anche per gli amanti dell'alimentazione crudista, e vegana. Ma una spinta creativa e di ricerca, così come avvenne del resto per il guru della cucina basca Ferran Adrià. Lo chef danese, in questo stop sabbatico, il gap-year, mira a confrontarsi con realtà remote, come il Messico, per poi tornare in patria anche con un ruolo didattico e istituzionale che, stando al Manifesto pubblicato dallo stesso Redzepi, per la valorizzazione della Nord Europeo e delle risorse naturali commestibili più "wild"; questa sembra essere la parola d'ordine per chi sceglie una pausa di libertà a caccia di una evoluzione.

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