L'economia del mare ha un valore
aggiunto nelle Marche di 1,5 miliardi. Il 30% dell'import-export
complessivo, pari a circa 5,6 miliardi, viaggia via mare, con
una crescita del 10% rispetto al 2016, in Italia la percentuale
è del 38%. Il dato nazionale dell'import-export via mare ha
superato i 240 miliardi (+12,4%). Le imprese legate alla filiera
del mare nella regione sono più di 7.300, il 4% del totale
nazionale e il 14% del Centro Italia, attive nei trasporti
marittimi, cantieristica, logistica, passeggeri, filiera ittica,
alloggio e ristorazione. Il quadro sulla blue-economy è stato
disegnato nel convegno "Economia del mare-Opportunità di
sviluppo del territorio", organizzato da Intesa Sanpaolo e
Srm-Centro studi sul Mezzogiorno che ha presentato il quinto
rapporto annuale Italian Maritime Economy, con un focus su mare
Adriatico e Ancona. Il Mediterraneo è ancora più centrale,
grazie agli investimenti della Cina nei porti e nelle
infrastrutture logistiche, pari a 4 miliardi, il traffico
container è cresciuto del +500% negli ultimi 20 anni. "Una nave
su cinque passa nel Mediterraneo, anche se è un piccolo lago
rispetto agli oceani - ha detto Massimo Deandreis, direttore Srm
-, questo soprattutto al raddoppio del canale di Suez che fa
registrare crescite record, oltre 900 milioni di tonnellate
transitate nel 2017, +11% sul 2016, e oltre 17 mila navi. Una
dinamica che sta avendo effetto anche sulla direttrice
adriatica, con un maggiore passaggio di navi, anche di grandi
dimensioni, che puntano a raggiungere la parte nord, Trieste e
Venezia". Ancona, in questo panorama, ha "la sua forza
nell'essere un porto multipurpose, cioè con una pluralità di
attività - ha aggiunto De Andreis -, il traffico passeggeri, 1,1
milioni di persone, va mantenuto sulle rotte già operative, come
la Grecia. Sotto il profilo delle merci, è di valore che questo
porto sia vicino ad un'area che sta diventando importante dal
punto di vista del passaggio, con il vantaggio di avere un
retroterra, come Emilia, Umbria, Toscana, parte del Lazio, le
Marche stesse, ricco di industrie e attività produttive. Ci
sono, quindi, le potenzialità per farlo crescere come sbocco per
la partenza e l'arrivo di merci, in un'ottica di competitività
che significa logistica e intermodalità. Questo è il momento di
investire perché qui si è a metà fra nord e sud della dorsale
adriatica".
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