La ricorrenza è stata lanciata nel 2000 dall'associazione American Tortoise Rescue per sensibilizzare su tartarughe e testuggini.
Accanto alla pesca, un'altra minaccia è rappresentata dall'inquinamento del mare, dove la plastica è sempre più presente. Le tartarughe, insieme ai mammiferi e agli uccelli marini, possono morire per soffocamento dovuto all'ingestione accidentale di rifiuti - soprattutto buste di plastica - scambiati per cibo. A livello globale il 40% delle specie di uccelli marini ingerisce rifiuti di plastica, il 100% delle specie di tartarughe e il 50% di quelle di mammiferi.
Il Centro recupero tartarughe marine di Manfredonia, gestito da Legambiente, finora ha ospitato, curato e salvato 1.404 esemplari di tartarughe marine in difficoltà, la maggior parte delle quali giunte al centro a causa di catture accidentali in reti da strascico (circa il 92%). Recenti studi condotti nel Tirreno settentrionale sulla specie Caretta caretta, la più diffusa nei nostri mari, hanno dimostrato l'ingestione di rifiuti di plastica nel 71% degli individui per i quali è stato analizzato il tratto gastrointestinale. In 22 campioni - evidenzia l'associazione ambientalista - sono stati trovati 483 frammenti di rifiuti, con una media di oltre 16 pezzi a esemplare.
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