Giovanni Mininni, Segretario nazionale Flai, ha ricordato come "l'Ilo (Organizzazione Internazionale Lavoro) abbia classificato il settore della pesca tra i più pericolosi. Abbiamo denunciato la mancata applicazione del TU 81 ai lavoratori della pesca, anche con una copiosa raccolta di firme; abbiamo prodotto opuscoli informativi e manuali per la sicurezza a bordo; distribuito dispositivi e fatto campagne sulla sicurezza. La pesca ad oggi non è riconosciuta esplicitamente nelle tabelle infortuni, ma da ricercare in altri settori".
"La pesca - conclude Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil - è una filiera che può dare in termini di occupazione, a patto che possa tornare appetibile quanto a reddito e tutele. Un settore che deve uscire dalla marginalità cui troppo spesso è relegata. È necessario pensare ad interventi sinergici e di filiera che tengano insieme il territorio e il suo sviluppo produttivo. E sulla importante ricerca presentata voglio sottolineare come il tema delle malattie professionali e prevenzione non era un tema sentito per la pesca, ma, con questo lavoro, che segue quello del 2011, abbiamo fatto non solo una ricerca ma una battaglia per i diritti di chi lavora nella pesca".
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