Nel settore AgriFood i Paesi di
entrambe le coste del Mediterraneo sono caratterizzati da
perdita di biodiversità, sfruttamento del suolo, diffusione
dell'obesità e, in confronto ad altre aree del Pianeta,
insufficienti investimenti (specialmente nei Paesi del Sud
Mediterraneo, con l'eccezione di Israele). E' quanto illustra
l'ex rettore e attuale docente dell'Università di Siena Angelo
Riccaboni, presidente della Fondazione incaricata di portare
avanti il consorzio Prima (Partnership on research and
innovation in the mediterranean area), nonchè Chair di "SDSN
Med", il Regional Network di "United Nations Sustainable
Development Solution Network" (UN SDNS) per l'Area del
Mediterraneo, ospitato dall'Università di Siena. Forti
differenze emergono fra Nord e Sud Mediterraneo in termini di
accesso e consumo di acqua (temi fortemente connessi a quelli
agri-food) - anche se purtroppo le criticità si stanno
allargando anche nella Costa Nord - e di sotto-nutrizione
infantile. La ricerca evidenzia a sorpresa come nell'area del
Mediterraneo il problema dell'obesità sia comune ad entrambe le
coste, risultando essere addirittura maggiore in quei paesi,
tutti dell'area sud, dove è contemporaneamente presente anche la
malnutrizione. Gli indicatori relativi ai Paesi del Mediterraneo
evidenziano - osserva Riccaboni - che le nostre società non
hanno bisogno tanto di maggiori produzioni (anche se il tema non
va trascurato), quanto di sistemi alimentari in grado di
rispettare e utilizzare meglio le scarse risorse naturali
disponibili (suolo e acqua in primis).
Per superare tali problematiche due fattori si rivelano
indispensabili: l'adozione di innovazioni tecnologiche,
organizzative e sociali in grado di indurre pratiche agricole e
produttive più sostenibili in termini di utilizzo delle risorse
naturali; una più ampia diffusione di diete sostenibili, anche
sulla base di idonee politiche educative.
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