Quando Cristoforo Colombo scoprì
l'America nel 1492, i nativi già la coltivavano e la cucinavano:
è la patata dolce, una radice tuberosa che trova il suo miglior
habitat nella Carolina del Nord, una zona dal clima umido e dal
terreno ghiaioso negli Usa. Dalla forma allungata, la buccia
marroncina sfumata di rosa e la polpa arancione brillante, le
patate dolci della Carolina del Nord sono molto versatili in
cucina e rappresentano un concentrato naturale di sostanze
nutritive.
Una patata dolce di dimensione medie, cotta al forno e
consumata assieme alla sua buccia, contiene, sottolinea in una
nota l'associazione dei produttori nordamericani, oltre quattro
volte l'apporto giornaliero raccomandato di vitamina A,
importante per la vista, lo sviluppo delle ossa e delle difese
immunitarie. Come gli agrumi, le patate dolci sono anche una
buona fonte di vitamina C, che aiuta a combattere le infezioni e
ad assorbire il ferro. Contengono betacarotene, forniscono
fibre, vitamina B6, E, potassio e manganese: per questo motivo
possono essere assolutamente inserite nei regimi dietetici
ricchi di frutta e verdura.
Le patate dolci devono il loro sapore alla trasformazione
dell'amido in zucchero e, nonostante il loro nome, sono prive di
grassi e hanno un bassissimo contenuto calorico, 86 Kcal per 100
grammi. La polpa arancione contiene carboidrati complessi, che
vengono trasformati dal corpo molto più lentamente rispetto alle
patate bianche, impedendo il rapido innalzamento dei livelli di
zucchero nel sangue. Ecco perché hanno un basso indice glicemico
e sono quindi particolarmente adatte per le persone che soffrono
di diabete, giocando un ruolo importante nella stabilizzazione o
addirittura nell'abbassamento dei livelli di zucchero nel
sangue.
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