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Sos Confcommercio, con terremoto e maltempo in ginocchio negozi alimentari

Fida, tanti gli esercizi chiusi. Danni commerciali superiori a quelli strutturali

Redazione ANSA ROMA

- ROMA - "I negozi alimentari nelle zone terremotate sono in ginocchio, e ci si è messo pure il gelo e la neve che proprio non ci voleva, in definitiva i danni commerciali provocati da terremoto e maltempo sono superiori a quelli strutturali. Sono tanti gli esercizi chiusi". Lo afferma all'ANSA Donatella Prampolini, presidente di Fida-Federazione italiana dettaglianti dell'alimentazione e vicepresidente di Confcommercio.
"In molte zone le strade sono bloccate dalla neve e i negozi hanno difficoltà a rifornirsi soprattutto di merce fresca - sottolinea Prampolini - Anche là dove è possibile arrivare, comunque, c'è la paura a frenare gli spostamenti della gente e questo è un gran problema per le attività commerciali".
"I nostri esercizi cercano di supplire come possono al mancato movimento di clienti - prosegue Prampolini - Per esempio una pescheria del reatino ha fatto un accordo per fornire la sua merce ai ristoranti della zona. Una boccata di ossigeno sono state le Feste di Fine anno quando gli italiani si sono mobilitati comprando, sia privati cittadini che aziende, cesti doni con prodotti alimentari delle zone terremotate ed è stato il tutto esaurito. Alcuni pizzaioli e ristoratori del nord hanno anche 'adottato' i colleghi terremotati consentendo loro di lavorare e guadagnare nei loro locali. Abbiamo assistito veramente a una grande solidarietà che ha aiutato sia materialmente che psicologicamente chi ha subito i danni del terremoto".
"Nell'aquilano - conclude la vicepresidente Confcommercio - le ultime scosse e la neve copiosa hanno complicato pesantemente la situazione. Proprio stamane mi hanno riferito di altre ordinanze in arrivo per la chiusura delle strade. Un camion carico di merce fresca, e quindi importate non solo per l'attività commerciale ma per alimentare le persone, è stato fatto passare non senza difficoltà. In certi casi le disposizioni di sicurezza sono anche troppo rigide". 

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