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Peste suina: allarme per la Toscana, grave rischio

Confagricoltura, serve immediato intervento sui cinghiali

Redazione ANSA

"Stiamo correndo un rischio enorme, se la Regione non si muove subito sarà un disastro per molte delle nostre produzioni". Forte preoccupazione del presidente di Confagricoltura Toscana Francesco Miari Fulcis, che lancia l'allarme peste suina dopo la conferma di due casi da parte della Commissione europea della notifica del Belgio. "Si tratta di nuova peste suina africana, molto più contagiosa e letale di quella classica", spiega. "Altri Paesi Ue, come Francia e Lussemburgo si sono subito mossi per bloccare il contagio, da noi invece è tutto fermo". Miari Fulcis sottolinea che Confagricoltura ha già sollecitato il governo affinchè sia predisposto un piano straordinario di controllo, "ma la Regione non può certo attendere notizie da Roma. Il Presidente Rossi si deve muovere subito o sarà troppo tardi perché la Toscana è un'area particolarmente a rischio". E aggiunge : "Il motivo del pericolo è facilmente spiegabile: da una parte c'è una enorme popolazione di ungulati e in particolare cinghiali oramai sfuggita al controllo, e sono proprio questi animali i portatori della nuova peste suina. Dall'altra, in Toscana molti allevamenti di suini sono allo stato aperto per garantire una qualità e una salubrità della carne assai più elevata" . E conclude: "E' necessario che tutte le autorità si attivino per l'immediato contenimento della fauna selvatica coinvolgendo anche le associazioni venatorie e le organizzazione degli agricoltori e degli allevatori".(

 

Intanto sale l'allarme peste suina in Europa. La Commissione europea il 14 settembre ha confermato la notifica da parte del Belgio del ritrovamento di due cinghiali morti con tracce del virus a Etalle, località vicina al confine con Francia e Lussemburgo. Il Belgio è l'ottavo paese europeo a notificare casi della malattia innocua per l'uomo ma devastante per gli allevamenti. Ci sono timori che il virus possa raggiungere la Francia e la Germana, quarto produttore al mondo di carni suine. Dal primo focolaio rinvenuto nel 2007 in Georgia, la peste suina africana ha macinato chilometri, sfruttando come vettori prodotti contaminati e i cinghiali e raggiungendo tutti i paesi dell'Europa orientale, con focolai di recente trovati anche in Cina. In Italia, la malattia è presente da 40 anni in Sardegna.

Coldiretti: subito stop alla carne di maiale importata dal Belgio

Stop immediato alla carne di maiale importata dal Belgio dopo la scoperta di due casi di peste suina africana rilevati dalle autorità sanitaria belghe nella città di Etalle, a circa dieci chilometri dalla Francia. A chiederlo è la Coldiretti, nel sottolineare la necessità di adottare misure urgenti per tutelare gli allevamenti nazionali e garantire al consumatore la fornitura di carni provenienti da animali sani. L'Italia, ricorda la Coldiretti, importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e lavorate per un valore di oltre 52 milioni, in crescita nel 2017 del 4% rispetto all'anno precedente.
Francia e Lussemburgo hanno già chiesto misure di protezione allertando i propri servizi di sicurezza alimentare e i ministeri competenti anche in considerazione del fatto che il Belgio mantiene in questo momento lo status di "indenne da malattia" per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli e non è dunque sottoposto ad alcun vincolo. "L'allarme scattato in Belgio - dichiara il vicepresidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini - conferma ancora una volta la necessità di introdurre subito l'obbligo dell'etichetta d'origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati, che abbiamo più volte chiesto alle istituzioni, in una situazione che vede oggi due prosciutti su tre venduti in Italia provenienti dall'estero. Ma occorre anche togliere il segreto sui flussi commerciali con l'indicazione pubblica delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi e mirati".

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