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Divoratori di gas serra sui fondali degli oceani

Divoratori di gas serra sui fondali degli oceani

Sono 22 nuove specie di batteri che si nutrono di metano e altri idrocarburi

29 novembre 2018, 09:42

Redazione ANSA

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I fondali del Golfo della California, ricchi di microrganismi divoratori di gas serra, scattata da un oblò del sottomarino Alvin. (fonte: Brett Baker/University of Texas at Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I fondali del Golfo della California, ricchi di microrganismi divoratori di gas serra, scattata da un oblò del sottomarino Alvin. (fonte: Brett Baker/University of Texas at Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I fondali del Golfo della California, ricchi di microrganismi divoratori di gas serra, scattata da un oblò del sottomarino Alvin. (fonte: Brett Baker/University of Texas at Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperte in fondo agli oceani 22 nuove specie di microrganismi divoratori di gas serra: si nutrono di metano e altri idrocarburi, e potrebbero aiutare a ridurre le emissioni di gas che surriscaldano l’atmosfera. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da un gruppo dell’Università americana del Texas, ad Austin, coordinato da Brett Baker.

Per lo studio dei fondali gli autori hanno utilizzato il sottomarino americano Alvin, lo stesso impiegato per l’analisi del relitto del Titanic. Hanno così documentato la presenza di un’estrema diversità nelle comunità microbiche che vivono nei sedimenti dei caldi fondali del bacino di Guaymas, una depressione oceanica nel Golfo di California, a largo della costa dello stato messicano di Sonora. I ricercatori si sono spinti fino a 2.000 metri di profondità, dove l’attività vulcanica sottomarina riscalda le acque, e con l’aiuto di sequenziatori genetici e di sofisticati computer hanno trovato 551 diversi tipi di Dna, 22 dei quali appartenenti a nuove specie.

“Pensiamo che sia solo la punta di un iceberg”, ha commentato Baker. “Lo studio dimostra che i fondali oceanici nascondono una sorprendente biodiversità, ancora in gran parte inesplorata. I sedimenti marini - ha concluso - ospitano molti microrganismi, geneticamente diversi da quelli conosciuti, in grado di nutrirsi di pericolosi gas serra, evitando che siano liberati nell’atmosfera”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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