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Il gene zombie difende gli elefanti dai tumori

Il gene zombie difende gli elefanti dai tumori

Non è attivo in molti mammiferi,distrugge le cellule danneggiate

16 agosto 2018, 09:32

Redazione ANSA

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Un esemplare di elefante africano della Tanzania (fonte: Eleanor Yarisse) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un esemplare di elefante africano della Tanzania (fonte: Eleanor Yarisse) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un esemplare di elefante africano della Tanzania (fonte: Eleanor Yarisse) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segreto che difende gli elefanti dai tumori è in un gene zombie, da tempo non più attivo in moltissimi altri mammiferi. Negli elefanti si è risvegliato per distruggere le cellule danneggiate. Il gene è stato identificato dai ricercatori delle università americane di Chicago e dello Utah, che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista Cell Reports.

Il risultato è il frutto di una scoperta precedente degli stessi ricercatori, i quali tre anni fa avevano scoperto che negli elefanti sono presenti 20 copie di un gene chiamato p53, che è presente in una sola copia anche nell'uomo. Mentre studiavano p53 negli elefanti, i ricercatori guidati da Vincent Lynch, dell'università di Chicago, hanno individuato un gene chiamato Lif6, che da tempo non è attivo in molti mammiferi. E' stato visto che questo gene viene attivato da p53 per uccidere le cellule che hanno il Dna danneggiato e che possono provocare i tumori. La sua funzione consiste nel produrre una proteina che crea dei fori nelle centraline energetiche delle cellule, i mitocondri, causando la morte della cellula. In questo modo, ha rilevato Lynch, il gene "può prevenire i tumori".

Secondo Lynch questo gene è un "trucco dell'evoluzione" e sarebbe stato risvegliato negli antenati degli elefanti circa 25-30 milioni di anni fa, quando questi pachidermi hanno cominciato a evolversi da animali più piccoli grandi quanto le marmotte. "Gli animali di grandi dimensioni e longevi devono aver sviluppato meccanismi robusti per sopprimere o eliminare le cellule tumorali, in modo da poter raggiungere l'età adulta", ha detto Juan Manuel Vazquez, del Laboratorio di Lynch. Gli animali più grandi, infatti, hanno un numero molto maggiore di cellule e tendono a vivere più a lungo, rispetto agli animali più piccoli, ma questo significa anche più tempo e opportunità per accumulare mutazioni che causano il cancro.

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