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Antichi romani a caccia di balene nel Mediterraneo

Antichi romani a caccia di balene nel Mediterraneo

L'ipotesi nata dalla scoperta dei resti di 2 specie scomparse

12 luglio 2018, 14:18

Redazione ANSA

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Pesci rappresentati in un mosaico di Pompei (fonte: Mary Harrsch) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pesci rappresentati in un mosaico di Pompei (fonte: Mary Harrsch) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pesci rappresentati in un mosaico di Pompei (fonte: Mary Harrsch) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli antichi romani potrebbero aver dato la caccia alle balene nel Mediterraneo: a suggerire questa nuova ipotesi è la scoperta dei resti di due specie di balene ormai scomparse, ritrovati tra le rovine di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce a Gibilterra. I reperti sono stati analizzati da un gruppo internazionale coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs), che pubblica i risultati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

Secondo quanto emerge dalle analisi del Dna e del collagene, i resti appartengono alla balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis) e alla balena grigia (Eschrichtius robustus): una scoperta tutt'altro che scontata, dal momento che le antiche ossa di balena "sono spesso troppo frammentate per poter essere riconosciute in base alla forma", spiega l'archeologa Camilla Speller dell'Università di York, in Gran Bretagna. "Questi nuovi metodi di indagine molecolari ci permettono di aprire nuove finestre sugli ecosistemi del passato". E le sorprese non mancano: finora il mar Mediterraneo era sempre stato considerato fuori dalle rotte storiche della balena grigia e della balena franca nordatlantica, ma il ritrovamento dei loro resti indica che questi cetacei potrebbero aver fatto parte dell'ecosistema mediterraneo, trovando nel bacino un rifugio per partorire i propri piccoli.

Resta da chiarire il rapporto che gli antichi romani avevano con questi cetacei: erano in grado di cacciarli, così come facevano con i tonni, oppure recuperavano le carcasse degli esemplari spiaggiati? "I Romani non avevano la tecnologia necessaria per catturare le grandi balene che oggi si trovano nel Mediterraneo e che vivono in mare aperto, però - precisa Ana Rodrigues, coordinatrice dello studio presso il Cnrs - la balena grigia e la balena franca nordatlantica con i loro piccoli potevano avvicinarsi molto alle coste, diventando potenziali bersagli per i pescatori". E' infatti possibile che le due specie venissero catturate con piccole barche a remi e arpioni a mano, proprio come facevano i balenieri baschi nel Medioevo.

 

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