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Campi Flegrei, nuova ipotesi sulla deformazione

Campi Flegrei, nuova ipotesi sulla deformazione

Dovuta al movimento dei gas

31 maggio 2018, 00:07

Redazione ANSA

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Nuova ipotesi sulla deformazione del suolo neii Campi Flegrei (fonte: Nasa) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuova ipotesi sulla deformazione del suolo neii Campi Flegrei  (fonte: Nasa) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nuova ipotesi sulla deformazione del suolo neii Campi Flegrei (fonte: Nasa) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuova ipotesi sul fenomeno del sollevamento e abbassamento del suolo (bradisismo) dei Campi Flegrei, avvenuto negli ultimi 33 anni: sarebbe dovuto all'afflusso e al deflusso di gas e non alla migrazione di magma verso la superficie. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports da Istituto Nazionale di Vulcanologia (Ingv)-Osservatorio Vesuviano, università della Campania Luigi Vanvitelli e l'Istituto di Fisica del Globo di Parigi.

I ricercatori hanno analizzando i dati raccolti negli ultimi 37 anni sulla composizione geochimica delle fumarole di Solfatara e Pisciarelli, e sulla deformazione del suolo della caldera del supervulcano dei Campi Flegrei. In base all'analisi, si ipotizza, ha rilevato Roberto Moretti dell'Istituto di Fisica del Globo di Parigi, che "il fenomeno bradisismico attuale, caratterizzato da tassi di sollevamento molto più bassi rispetto a quelli osservati tra il 1983 e il 1984, sia dovuto all'arrivo di gas magmatici dal serbatoio principale, localizzato a circa 8 chilometri di profondità".

Invece i dati indicano che il fenomeno di sollevamento del suolo osservato nel periodo compreso dal 1983 e il 1984 era compatibile con una migrazione di magma negli strati più superficiali, a circa 3-4 chilometri di profondità. Questo fenomeno, ha spiegato Giuseppe De Natale, dell'Ingv, "non si evidenzia dall'elaborazione dei dati dal 2000 a oggi e quindi escluderebbe, per l'attuale bradisismo, l'ipotesi di iniezione di magma verso la superficie".

La risalita dei gas dal serbatoio profondo avrebbe innalzato la temperatura del sistema e disseccato la parte bassa degli acquiferi superficiali che risultano, così, caratterizzati da un contenuto di anidride carbonica superiore rispetto al passato. La ricerca, precisa l'Ingv, ha una valenza scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile e ricorda che altri studi propongono interpretazioni del fenomeno diverse. Pertanto, allo stato attuale delle conoscenze, "non è possibile ottenere una interpretazione certa e univoca dei processi attualmente in atto".

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