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Pronto il primo 'orto marziano'

Pronto il primo 'orto marziano'

La sperimentazione in febbraio nel deserto dell'Oman

15 dicembre 2017, 16:32

Redazione ANSA

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Esempio di coltura di piante in un ambiente autosufficiente, come dovrà essere quello di una futura serra destinata a una colonia su Marte (fonte: Enea) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Esempio di coltura di piante in un ambiente autosufficiente, come dovrà essere quello di una futura serra destinata a una colonia su Marte (fonte: Enea) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Esempio di coltura di piante in un ambiente autosufficiente, come dovrà essere quello di una futura serra destinata a una colonia su Marte (fonte: Enea) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cavolo rosso e radicchio sono le prime verdure dell'orto marziano nato in Italia e consegnato al Forum spaziale austriaco (OeWF), coordinatore della missione Amadee-18. Realizzato da Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enea e Universita' di Milano nell'ambito dell'esperimento di biologia delle piante HortExtreme, l'orto marziano verra' sperimentato nel deserto del Dhofar, nell'Oman, dove dal primo al 28 febbraio 2018 e' previsto l'inizio delle coltivazioni, nell'ambito della simulazione di una missione umana su Marte.



Per quattro settimane l'astronauta austriaca Claudia Kobald seguira' l'esperimento. La simulazione prevede infatti che siano direttamente gli astronauti a coltivare le piante in ambienti dove non e' possibile inviare rifornimenti periodicamente. Obiettivo dell'orto marziano e' produrre piante in ambienti estremi e in condizioni proibitive per la vita, ha spiegato Eugenio Benvenuto, responsabile del laboratorio Biotecnologie dell'Enea. "Ci stiamo organizzando per il sostentamento dei primi coloni marziani in vista delle future missioni, che gia' agenzie spaziali come Nasa o Esa stanno pianificando e che prevedono 'ammartaggi' nel 2050. Sembra fantascienza, ma non lo e'", assicura Benvenuto.

L'orto 'marziano' consiste in un sistema a contenimento di 4 metri quadrati, nel quale vengono coltivate quattro specie di verdure, selezionate perche' completano il loro ciclo vitale in circa 15 giorni e garantiscono un corretto apporto nutrizionale, grazie a un sistema di coltivazione fuori suolo, con riciclo dell'acqua e senza l'uso di pesticidi e agrofarmaci.



Durante la sperimentazione, spiega ancora Benvenuto, "la crescita e l'irrigazione delle piante sara' controllata da remoto da un centro controllo e agli astronauti spettera' solo seminare quando arriveranno sul posto, seguire la crescita delle piante e l'accumulo, nelle colture, di sostanze attive antiossidanti utili al nutrimento".

"Si tratta di temi cruciali per le missioni finalizzate all’esplorazione umana e con un enorme potenziale di trasferimento a Terra delle conoscenze per la risoluzione di problematiche quali la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica", ha rilevato Gabriele Mascetti, responsabile dell’Unità Volo Umano e Microgravità dell’Asi.

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