Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

I lunghi viaggi spaziali alterano il cervello

I lunghi viaggi spaziali alterano il cervello

Osservate alterazioni anatomiche negli astronauti

02 novembre 2017, 14:54

Redazione ANSA

ANSACheck

I voli di lunga durata potrebbero indurre modifiche nel cervello degli astronauti (fonte: NASA/Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I voli di lunga durata potrebbero indurre modifiche nel cervello degli astronauti (fonte: NASA/Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I voli di lunga durata potrebbero indurre modifiche nel cervello degli astronauti (fonte: NASA/Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le missioni spaziali di lunga durata possono alterare la struttura del cervello umano: le anomalie sarebbero legate all'aumento della pressione intracranica e ai problemi di vista sperimentati da alcuni astronauti. A indicarlo è lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dalla neuroradiologa Donna Roberts, della Medical University of South Carolina.

La ricercatrice ha cominciato a collaborare con la Nasa fin dagli anni '90, concentrandosi sulle reazioni del cervello nello spazio. Grazie ai primi studi condotti su pazienti allettati (con la testa inclinata in condizioni che simulano quelle della microgravità), Roberts aveva già osservato delle modificazioni anatomiche nella parte superiore della corteccia cerebrale. Le stesse anomalie le ha poi riscontrate esaminando le cartelle cliniche e le risonanze magnetiche di 18 astronauti rimasti nello spazio per brevi periodi a bordo dello Space Shuttle e quelle di 16 astronauti rimasti sulla Stazione spaziale internazionale per circa tre mesi.

I risultati confermano che nello spazio si verifica un restringimento del solco centrale che nella corteccia cerebrale separa l'area frontale da quella parietale: l'alterazione interessa il 94% degli astronauti delle missioni di lunga durata, contro il 19% di quelli impegnati in voli di breve durata. Le immagini mostrano anche uno spostamento verso l'alto del cervello e un restringimento dello spazio tra la parte superiore del cervello e il cranio.

Le aree cerebrali più colpite (i lobi frontali e parietali) controllano i movimenti e le funzioni esecutive superiori. Secondo la neuroradiologa, è probabile che con la durata della missione spaziale aumentino anche le alterazioni della vista e i sintomi dovuti all'innalzamento della pressione intracranica. Per verificarlo serviranno ulteriori studi sulle missioni di lunga durata, come quella della donna dei record Peggy Whitson, che ha recentemente completato una missione di 288 giorni sulla Stazione spaziale, e quella di Scott Kelly, che ha trascorso in orbita 340 giorni nell'ambito dello studio sui gemelli spaziali della Nasa.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza