L'America deve guidare una coalizione di nazioni: in 8 anni potremmo tornare sulla Luna per assemblare gli habitat e i lander riutilizzabili e da lì andare su Marte. Ai nostri tempi non avevamo davvero un piano, stavamo rincorrendo la tecnologia: la collaborazione è migliore della competizione". Nella sua visione le tappe della conquista marziana passano quindi dal satellite che lui stesso contribuì a conquistare nel 1969: "I contribuenti americani non sosterrebbero mai un ritorno sulla Luna in sé, ma solo come parte di un piano verso Marte. Ma per questo servono voli commerciali tra la Terra e la Luna e un propulsore che sia efficiente ed economico, non il nostro vecchio Saturn". In questo il ruolo dei privati come SpaceX è essenziale: "Il governo americano non dovrebbe entrare in competizione, dovrebbe lasciare che le aziende aerospaziali private competano tra di loro, e poi esprimere il suo parere e scegliere il propulsore migliore". Ma anche lo stesso sistema industriale e tecnologico soffre rallentamenti: "Il nostro presidente parla della palude di Washington: effettivamente l'industria aerospaziale tra fusioni, lobbismo, soldi e operato del Congresso si è paralizzata. Bisogna sistemare questa cosa, perché o esploriamo o ci estingueremo".
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