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Meno pericolose del previsto le particelle che avvolgono la Terra

Meno pericolose del previsto le particelle che avvolgono la Terra

Buona notizia per le future missioni spaziali

23 marzo 2017, 10:44

Redazione ANSA

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Rappresentazione grafica delle fasce di Van Allen (fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica delle fasce di Van Allen (fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica delle fasce di Van Allen (fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbero essere meno pericolose del previsto le 'ciambelle' di particelle cariche che circondano il nostro pianeta, chiamate fasce di Van Allen. Lo indicano i dati arrivati dalle sonde della Nasa chiamate Van Allen e pubblicati sul Journal of Geophysical Research. Li ha analizzati il gruppo nato dalla collaborazione tra l'università del New Hampshire, i Laboratori di Los Alamos e l'azienda Aerospace Corporation.

Il risultati, osservano gli autori della ricerca, è una buona notizia per le missioni spaziali, che potrebbero essere progettate con schermature meno ingombranti.

Conosciute da oltre 50 anni, le fasce di Van Allen sono due regioni (una piu' interna e una piu' esterna) a forma di ciambella che avvolgono la Terra e sono composte da un'alta concentrazione di particelle cariche, in generale elettroni e protoni. Alcune di queste particelle, soprattutto i cosiddetti elettroni relativistici (dotati di altissima velocita' ed energia), sono considerate molto pericolose per gli strumenti elettronici a bordo dei satelliti tanto che tutte le missioni spaziali evitano di resistere troppo tempo in queste zone e hanno degli speciali schermi per proteggersi.



Ora, grazie agli strumenti a bordo delle sonde Van Allen, si e' riusciti per la prima volta a misurare la quantita' di elettroni relativistici presenti nella piu' interna delle due fasce, che si estende mediamente tra 1.000 e 6.000 chilometri di altezza. Un'analisi finora impossibile in quanto non si era capaci di isolare i segnali dovuti alla singola tipologia di particelle. I dati indicano che gli elettroni piu' pericolosi sono molto rari e aumentano di numero solo in occasione di forti tempeste geomagnetiche.

La scoperta puo' avere importanti conseguenze per il futuro dei voli spaziali perche' conoscere l'esatta quantita' di radiazioni presenti puo' aiutare a progettare satelliti piu' leggeri e economici.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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