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Disegni fantasma nella bottega di Leonardo

Disegni fantasma nella bottega di Leonardo

Riemergono dalle indagini scientifiche sulle opere degli allievi

06 novembre 2019, 21:52

Elisa Buson

ANSACheck

Particolare della Madonna con il Bambino di Giovanni Antonio Boltraffio, Milano, Museo Poldi Pezzoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Particolare della Madonna con il Bambino di Giovanni Antonio Boltraffio, Milano, Museo Poldi Pezzoli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Particolare della Madonna con il Bambino di Giovanni Antonio Boltraffio, Milano, Museo Poldi Pezzoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Colori preziosi con lapislazzuli e tracce d'oro, ma anche disegni 'fantasma' con finestre che scompaiono e volti che si spostano: c'è tutto questo e molto altro nelle opere degli allievi di Leonardo che hanno lavorato nella sua bottega milanese alla fine del Quattrocento. A spiare sotto la superficie dei loro dipinti, svelando il backstage di uno degli atelier più celebri del Rinascimento, sono le indagini scientifiche realizzate con tecniche alla 'Csi' dall'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), con l'Università di Milano, l'Università di Milano-Bicocca e il sostegno di Fondazione Bracco.

Cinque le opere finite sotto la lente dei ricercatori, comprese quelle dei collaboratori più stretti di Leonardo, come la Madonna del fiore di Giovanni Antonio Boltraffio, la Madonna con Bambino di Francesco Napoletano e il Busto di Cristo Bambino attribuito a Marco d'Oggiono, tutte esposte al Museo Poldi Pezzoli per celebrare il ritorno a casa della Madonna Litta, il celebre dipinto dell'Ermitage tornato a Milano dopo quasi trent'anni.

Le indagini sulle opere sono state condotte a più livelli, come spiega Isabella Castiglioni del Cnr. "Abbiamo usato tecniche ottiche per esaminare la superficie dei dipinti e tecniche spettroscopiche per lo studio dei materiali come vernici e leganti. Poi - continua l'esperta - siamo scesi in profondità con studi di riflettografia, che arrivano al disegno preparatorio, e studi di radiografia, che rivelano la preparazione del fondo, il supporto, le tele e le tavole in legno".

I risultati "ci hanno permesso di caratterizzare le tavolozze dei colori dei pittori, che presentano diversi punti in comune". E' il caso degli incarnati, con le varie tonalità rese mescolando vermiglione e biacca; i gialli, resi con l'uso di ocre; gli azzurri, in cui si trova la presenza di azzurrite e in qualche caso lapislazzuli, anche con tracce d'oro.

"Abbiamo scoperto altri particolari affascinanti non visibili a occhio nudo - sottolinea Castiglioni - come numerosi pentimenti nei disegni preparatori, ovvero correzioni fatte in corso d'opera, con finestre disegnate e poi nascoste dai pigmenti, volti di Madonna e bambino spesso riposizionati, così come i piedini o le dita". Tutti particolari che ci portano dentro la bottega di Leonardo svelandone le dinamiche quotidiane, con il maestro che 'inventa' le opere ed elabora i disegni preparatori da passare poi agli aiutanti, come spiega Pietro Marani, docente del Politecnico di Milano tra i maggiori esperti di Leonardo. Durante la stesura pittorica "il maestro si riservava di intervenire, introducendo pentimenti e varianti o rifinendo con tocchi e velature: per questo tutte le pitture uscite dalla sua bottega venivano recepite quali opere originali di Leonardo, essendo lui il responsabile dell'invenzione".

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