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La scienza di Sherlock Holmes

La scienza di Sherlock Holmes

Medici, fisici e tossicologici ispirarono lo scrittore Conan Doyle

28 settembre 2017, 10:19

Redazione ANSA

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La silhouette della statua di Sherlock Holmes a Baker Street (fonte: dynamosquito/flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La silhouette della statua di Sherlock Holmes a Baker Street (fonte: dynamosquito/flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La silhouette della statua di Sherlock Holmes a Baker Street (fonte: dynamosquito/flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

C'è della scienza 'vera' dietro ogni storia di Sherlock Holmes, il celebre investigatore creato da Arthur Conan Doyle. Il suo famoso metodo di deduzione e studio degli indizi sono il frutto degli incontri che lo scrittore fece all'epoca con medici, fisici e tossicologi. Li ripercorre, in un articolo sulla rivista Nature, la scrittrice Maria Konnikova.

L'inseparabile compagno di Holmes, il medico John Watson, trae ispirazione da uno dei mentori di Conan Doyle, il chirurgo Joseph Bell, che lo scrittore conobbe nel suo tirocinio come oculista all'università di Edimburgo. Celebre per l'accuratezza delle sue diagnosi e la capacità di osservazione, Bell spiegò al suo allievo "che allo studente bisogna insegnare ad osservare. Un paziente crederà nell'abilità del medico, se vede che, con una sola occhiata, riesci a sapere molte cose del suo passato". Un messaggio che rimase ben marcato nella mente del giovane Conan Doyle. Holmes non è solo un diagnosta, ma anche un chimico, uno psicologo, un logico e un inventore. Tutti aspetti che riflettono la vita dello scrittore.

Dopo aver rifiutato l'educazione gesuita, Conan Doyle abbracciò le idee del Darwinismo e dell'empirismo. A Edimburgo incontrò molti pensatori famosi, come il chirurgo Joseph Lister, che gli spiegò la teoria sui germi di Louis Pasteur, che si può ritrovare ne "Uno studio in rosso", dove Holmes dice di aver trovato un reagente che viene accelerato solo dall'emoglobina, anticipando il test della precipitina sul sangue, sviluppato nel 1900 dal batteriologo tedesco Paul Uhlenhuth. Tra gli incontri di Conan Doyle, anche quello con il tossicologo Robert Christison, fonte di ispirazione per le nozioni di Holmes sui veleni, e Alphonse Bertillon, pioniere dell'antropometrica, al cui lavoro si devono le impronte digitali.

Holmes ha esplorato anche la psicologia. Prima che il nome di Sigmund Freud diventasse famoso, rifletteva su impulsi e desideri nascosti. E adottò la meditazione basata sulla consapevolezza (mindfulness), ben prima che fosse così diffusa. Il suo approccio per risolvere i crimini si basa sulla contemplazione, occhi chiusi e dita raccolte.

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