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Nascoste nel Dna le 'armi segrete' di una pianta carnivora

Nascoste nel Dna le 'armi segrete' di una pianta carnivora

Hanno superato una selezione millenaria

22 maggio 2017, 18:03

Redazione ANSA

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La Utricularia vista al micrografo a scansione elettronica (fonte: Enrique Ibarra-Laclette, Claudia Anahí Pérez-Torres and Paulina Lozano-Sotomayor) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Utricularia vista al micrografo a scansione elettronica (fonte: Enrique Ibarra-Laclette, Claudia Anahí Pérez-Torres and Paulina Lozano-Sotomayor) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La Utricularia vista al micrografo a scansione elettronica (fonte: Enrique Ibarra-Laclette, Claudia Anahí Pérez-Torres and Paulina Lozano-Sotomayor) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono contenute nel Dna le 'armi' che hanno consentito alla minuscola Utricularia di diventare nel tempo un'impietosa pianta carnivora. Grazie alle nuove tecniche di bioinformatica, i ricercatori dell'università di Buffalo, guidati da Victor Albert, hanno analizzato la mappa del Dna della pianta, scoprendo i segreti dei geni che le permettono di bloccare le prede in pochi millisecondi e di digerire le proteine. La ricerca è pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.

La Utricularia vive in paludi e stagni e aspira la preda in minuscole trappole in meno di un millisecondo. Uno 'stile di vita' carnivoro il suo, che è frutto di una lunga storia evolutiva. Nell'arco di milioni di anni, la pianta ha conservato e aumentato il materiale genetico associato alla sua natura carnivora, permettendole di intrappolare la preda, digerire le proteine e trasportarne i frammenti da una cellula all'altra. "Grazie alla bioinformatica abbiamo identificato i geni che si sono conservati, arricchendo la specie", commenta Albert.

Lo stesso gruppo di ricerca nel 2013 era riuscito a sequenziare il genoma di questa pianta, ma ora ne ha migliorato la versione, generando sequenze del suo Dna 40 volte più lunghe di quelle finora disponibili. Questo ha permesso di identificare dei frammenti di materiale genetico che si sono duplicati accidentalmente l'uno vicino all'altro, qualche volta ripetutamente.

Tra queste sequenze ripetute sono stati individuati i geni che portano allo sviluppo di proteine 'cannibali', cioè capaci di masticare altre proteine, e quelli che ne guidano il trasporto da una cellula all'altra. Entrambi i gruppi di geni sono molto attivi nelle trappole ad aspirazione della pianta e hanno un ruolo nella digestione. Secondo i ricercatori queste duplicazioni su piccola scala possono quindi aver aiutato la pianta nel suo adattamento allo stile di vita carnivoro.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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