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I primi animali velenosi della Terra

I primi animali velenosi della Terra

Non erano serpenti, ma vertebrati grandi quanto un cane

15 febbraio 2017, 18:34

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica dell 'Euchambersia, il più antico animale velenoso finora noto, grande come un cane (fonte: Wits University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica dell 'Euchambersia, il più antico animale velenoso finora noto, grande come un cane (fonte: Wits University) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica dell 'Euchambersia, il più antico animale velenoso finora noto, grande come un cane (fonte: Wits University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I primi animali velenosi della storia non sono stati i serpenti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il primi a trasformare la sua saliva in un'arma letale, probabilmente per difendersi dai giganteschi predatori che nella preistoria popolavano la Terra, è stato un rettile grande quanto un cane, chiamato Euchambersia. E' vissuto 260 milioni di anni fa, ossia 100 milioni di anni prima della comparsa dei serpenti. La scoperta, pubblicata sulla rivista Plos One, è dell'università sudafricana di Witwatersrand.

I resi fossili del primo animale velenoso finora noto sono stati rinvenuti in Sudafrica, a Karoo. I ricercatori li hanno trovato la cavità della sacca di veleno in una fossa circolare e profonda proprio dietro i denti canini superiori; prodotto nella sacca, il veleno veniva rilasciato attraverso una rete di canali e solchi ossei. ''E' la prima traccia del più antico vertebrato velenoso mai trovato, e non è nella specie che ci aspettavamo'', commenta Julien Benoit, uno dei ricercatori.

I serpenti sono noti per il loro morso velenoso ''ma i loro resti fossili non arrivano a oltre 167 milioni di anni fa. L'Euchambersia ha sviluppato il veleno 260 milioni di anni fa, cioè 100 milioni di anni prima del primo serpente mai nato'', continua. Poichè le ghiandole venenifere non si fossilizzano, i ricercatori hanno usato una innovativa tecnica di scansione in 3D per analizzare gli unici due crani di Euchambersia mai trovati, scoprendo un sorprendente adattamento anatomico, compatibile con la produzione di veleno.

''Nel cranio - ha detto Benoit - c'è una fossa larga, profonda e circolare, collegata al canino e alla bocca con una rete di canali e scanalature. Inoltre abbiamo trovato dei denti nascosti vicino delle ossa e rocce: due incisivi con una corona ben conservata e un paio di grandi canini, tutti appuntiti. Una dentatura acuminata puo' averli aiutati a iniettare il veleno nella preda''.

A differenza di vipere e cobra, che iniettano il veleno nelle prede con delle scanalature simili ad aghi nei loro denti, il veleno dell'Euchambersia fluiva direttamente nella sua bocca, per poi essere introdotto 'passivamente' nella vittima attraverso i solchi esterni dei suoi canini.

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