Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Nell'embrione umano muscoli antichi di 250 milioni di anni

Nell'embrione umano muscoli antichi di 250 milioni di anni

Eredità dell'antenato comune di rettili e mammiferi

02 ottobre 2019, 18:51

Redazione ANSA

ANSACheck

Visione dorsale della mano sinistra di un embrione di 10 settimane (fonte: R.Diogo, N. Siomava, Y. Gitton) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Visione dorsale della mano sinistra di un embrione di 10 settimane (fonte: R.Diogo, N. Siomava, Y. Gitton) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Visione dorsale della mano sinistra di un embrione di 10 settimane (fonte: R.Diogo, N. Siomava, Y. Gitton) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli embrioni umani conservano muscoli antichi di 250 milioni di anni, eredità dell'ultimo antenato comune a mammiferi e rettili: localizzati in mani e piedi, scompaiono spontaneamente prima della nascita. A svelare la loro presenza è una speciale tecnica di visualizzazione 3D, che ha permesso di produrre immagini in alta definizione degli arti embrionali in via di sviluppo. I risultati sono pubblicati sulla rivista Development dal gruppo di ricerca guidato da Rui Diogo alla Howard University, negli Stati Uniti.

Veri e propri 'fantasmi' dell'evoluzione, questi muscoli primitivi sono scomparsi dai nostri antenati adulti oltre 250 milioni di anni fa, durante la transizione da rettili a mammiferi, e ormai fanno solo un'apparizione fugace durante lo sviluppo embrionale. In un certo senso dimostrano "che non è sempre possibile cancellare il passato e neppure gli 'errori' dell'evoluzione, che spesso finisce in vicoli ciechi", spiega Maurizio Casiraghi, zoologo dell'Università di Milano-Bicocca. "A volte nella struttura anatomica restano degli abbozzi, degli elementi apparentemente inutili, che l'evoluzione non cancella, o perché non determinano particolari svantaggi, oppure perché in realtà sono in qualche modo funzionali a quella fase dello sviluppo".

I risultati dello studio statunitense dimostrano pure che dei 30 muscoli di mani e piedi formati intorno alla settima settimana di gestazione, addirittura un terzo si fonde con altri o scompare del tutto entro la 13esima settimana: questo processo ricapitola quello che è accaduto nell'evoluzione e ribalta l'idea che l'anatomia umana diventi via via sempre più complessa.

"Questo è un aspetto molto affascinante - sottolinea Casiraghi - perché ci ricorda che l'evoluzione non determina sempre un aumento della complessità, anzi: 'less is more', meno è meglio. La perdita di strutture, come i muscoli in questo caso, può essere l'occasione per fare qualcosa di nuovo e diverso. Quello che stupisce è che la riduzione di elementi avvenga proprio nella mano, così importante per l'uomo: forse questa semplificazione può aver favorito le attività manuali fini. Una lezione importante anche per chi costruisce macchine e robot: per avere performance sempre più sofisticate, non bisogna necessariamente aumentare la complessità del sistema e il numero dei suoi componenti".

Aver aperto questa nuova finestra sul passato ci permette di vedere sotto una nuova luce il processo con cui braccia e gambe si sono evoluti a partire dai nostri antenati, ma non solo: come spiegano gli stessi autori dello studio, ci fornisce anche nuove indicazioni su alcune anomalie e malformazioni congenite trovate negli adulti, che potrebbero derivare proprio da problemi dello sviluppo embrionale.

 

 

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza