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Funzionano le prime molecole progettate dall'intelligenza artificiale

Funzionano le prime molecole progettate dall'intelligenza artificiale

Bene i primi test in provetta, aprono ai farmaci del futuro

15 settembre 2018, 16:39

Redazione ANSA

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L 'intelligenza artificiale 'creativa ' progetta nuove molecole - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'intelligenza artificiale  'creativa ' progetta nuove molecole - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'intelligenza artificiale 'creativa ' progetta nuove molecole - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'intelligenza artificiale diventa 'creativa' per progettare molecole mai viste in natura: le prime, già testate con successo in provetta, dimostrano che i computer dotati di 'immaginazione' possono diventare uno strumento prezioso per accelerare la ricerca di nuovi farmaci, disegnati in modo mirato per colpire specifici bersagli molecolari. Lo si evince dalle ricerche pubblicate in uno speciale della rivista Molecular Pharmaceutics interamente dedicato al ruolo dell'intelligenza artificiale nello sviluppo delle terapie del futuro.

Lo strumento chiave per dotare i computer di creatività sono le nuove Reti Antagoniste Generative (Generative adversarial network, Gan), algoritmi di intelligenza artificiale che fanno 'scontrare' fra loro due reti neurali per poter creare oltre che apprendere in modo automatico: proposte nel 2014 dal ricercatore Ian Goodfellow (che ora lavora per Google), rappresentano la frontiera più innovativa nel campo dell'intelligenza artificiale: nel 2015 hanno iniziato ad essere impiegate nella manipolazione di foto e video, mentre oggi stanno aprendo una nuova era nella ricerca di nuovi materiali e farmaci.

Lo dimostra anche lo studio pubblicato dall'azienda statunitense Insilico Medicine, che ha sviluppato un innovativo sistema di intelligenza artificiale creativa (chiamato Ecaae, Entangled Conditional Adversarial Autoencoder) che permette di generare nuove strutture molecolari dotate di precise caratteristiche, per quanto riguarda il target da colpire, la solubilità e la facilità di sintesi. Grazie a questo strumento, i ricercatori hanno creato degli inibitori che bloccano la proteina Janus chinasi 3 (JAK3) coinvolta in malattie come l'artrite reumatoide, la psoriasi e la vitiligine: testati in provetta, hanno dimostrato di essere efficaci e selettivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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